Legge di Bilancio, Bonomi: “Manovra senza visione, sul cuneo non è decisiva”

Le parole del presidente di Confindustria

Carlo Bonomi (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

ROMA – “È una legge di bilancio a tempo”. Così Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, definisce le misure approvate dal governo Meloni in un’intervista a La Stampa. “Giustamente, hanno concentrato due terzi degli interventi sul caro-energia, ma solo sino al 31 marzo. Bisognerà capire cosa succederà dopo. Oggi la legge di bilancio è prudente sui saldi, lo apprezziamo. Ma il 1° aprile cosa ci aspetta?”, commenta Bonomi.

Secondo il presidente di Confindustria “sulla manovra pendono tre incognite”. “La prima è il tempo, la sua durata, cose a cui nessuno sembra pensare. Poi c’è la politica: è evidente che sono state prese decisioni per accontentare le diverse anime della maggioranza, e questo viene prima delle vere urgenze del paese. La terza è che manca di visione. Sulla lotta alla povertà, come su occupabilità e produttività”, afferma Bonomi. Note positive per quanto riguarda il capitolo energia: “Sì, è importante, come chiedevamo. Certo ci sarebbe piaciuto più un intervento alla tedesca che il credito d’imposta sui costi energetici, ma va bene. Però sono fondi che finiscono a marzo. Se ad aprile puntano a nuove misure tutte in deficit, sarebbe meglio dirlo subito”.

“E un bene che si sia tenuta la barra dritta sulla finanza pubblica”, aggiunge Bonomi. Sulla fine del reddito di cittadinanza Bonomi ritiene che si tratti di “un annuncio”. “Dicono che vogliono intervenire, però non evidenziano su quali politiche possano assicurare l’accesso al lavoro e la tutela sociale”. “Sul cuneo non si fa un intervento decisivo”, commenta ancora Bonomi, spiegando che “il mini-taglio aggiuntivo vale 46 euro lordi in più al mese ai dipendenti con meno redditi. Poco più di nulla. Serviva un taglio energico”.

“Le riforme sono slittate di un anno, dal reddito di cittadinanza alle pensioni. Se non ci saranno le risorse, il rinvio diventerà un ‘non fare’. E poi da un lato prepensioni e dall’altro offri incentivi a chi rimane. Provocatoriamente c’è davvero qualcuno che è andato in pensione con la Fornero a 67 anni? Abbiamo alternative plurime: salvaguardia degli esodati, prepensionamenti, isopensione, ape social, opzione donna, lavori usuranti. Nel 2022 l’età media di uscita sarà 61 e mezzo. Senza dimenticare che quota cento doveva portare quattro assunzioni ogni uscita. Siamo arrivati a 0,4 ogni pensionato, neanche l’effetto sostituzione”, commenta ancora Bonomi.

(LaPresse)

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