L’intervista. Castiello: “Lo sciopero? Manovra per scalare la segreteria del Pd”

Landini fiuta il tonfo della Schlein alle Europee e punta a rimpiazzarla

Pina Castiello

CASERTA (Renato Casella) – La Lega è in piazza con i suoi stand in questo weekend per l’iniziativa “Un anno di governo” che punta a illustrare l’azione amministrativa fin qui realizzata dall’esecutivo Meloni. Ne parla con “Cronache” il sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento Giuseppina Castiello.

Come sta andando l’iniziativa “Un anno di governo” e cosa vi chiedono gli elettori che si fermano ai vostri stand?
Registriamo un entusiasmo palpabile. Ai nostri gazebo si ferma con interesse sincero innanzitutto la gente comune. Gli italiani che hanno famiglia, che lavorano, che chiedono allo Stato di non essere una controparte. Si tratta di cittadini che lodano l’operato del governo e, al suo interno, la caratterizzante spinta esercitata dalla Lega. Dalle iniziative sulla sicurezza, alla riforma del codice degli appalti, a quella del codice stradale, alla postura internazionale che sta assumendo l’Italia con una inequivoca posizione pro Ucraina e pro Israele e contro ogni espressione del terrorismo islamico, chi si ferma ai nostri punti di propaganda ci notifica un consenso ed una approvazione che decliniamo quale incentivo ad andare avanti per fare di più e meglio. Ed è ovviamente implicita una presa d’atto di un cambiamento di rotta con quei governi in cui la trazione del Pd e della Sinistra si faceva sentire in negativo.

A che punto è la procedura dell’autonomia differenziata?

Il ministro Calderoli sta facendo un ottimo lavoro procedendo con i tempi giusti, senza frenesia. Il punto non è piantare una bandierina, quanto inverare una riforma dalla quale le regioni, il Sud, il Paese, possano trarre un obiettivo vantaggio nel segno del buongoverno con un particolare riguardo all’ottimizzazione della spesa e all’efficacia dei servizi. Da questo punto di vista, me lo lasci dire, l’autonomia differenziata, prevista per costituzione e promossa dalla Sinistra con la riforma del titolo V nel 2001, è temuta da chi intende l’amministrazione della cosa pubblica come un’occasione per poter dare sfogo a smanie clientelari che coincidono fatalmente con la deriva dello sperpero e l’evanescenza dei servizi. Chi ha fatto di tale degenerazione la propria cifra distintiva non può che avversare l’autonomia. In Campania, grazie alla Sinistra e al Pd, abbiamo una sanità a pezzi e dei trasporti sui quali è meglio stendere un velo pietoso, eppure non c’è ancora l’autonomia differenziata. Vorrà dire pure qualcosa…

Sono stati apportati correttivi a questo progetto per evitare di penalizzare il Sud?

Nessuno ha mai pensato di danneggiare il Sud. Chi lo afferma è in malafede sapendo di esserlo. Del resto la stessa azione di governo dimostra come il Mezzogiorno sia nei radar dell’esecutivo come mai era capitato prima. Figurarsi se qualcuno possa mai immaginare una divaricazione che per mettere a terra l’autonomia differenziata condanni il Sud ad un ruolo subalterno rispetto al nord. L’Italia corre se l’azione politica saprà esaltare l’interdipendenza tra nord e sud. Diceva Mazzini, un uomo del nord, che l’Italia sarà ciò che diventerà il Sud. È un pensiero ancora attuale.

La polemica sullo sciopero generale ha fatto gridare all’attentato ai diritti costituzionali. Cosa risponde?

Ero abituata ad un sindacato, mi riferisco a Uil e Cgil, che attraverso leader veri e competenti scendeva in piazza per tutelare davvero i lavoratori. Il braccio di ferro di questi giorni tra governo, ministro Salvini in particolare, e le citate sigle sindacali, ha consegnato al ridicolo le medesime. I numeri sono impietosi. Di generale c’è stata solo la grande confusione in cui sono precipitati i lavoratori in buona fede, sentitisi traditi dai vertici delle organizzazioni sindacali di Uil e Cgil. La prima, ma non ha potuto dirlo, a sentirsi turbata da questo sciopero flop è la segretaria del Pd Elly Schlein: sa bene che Landini, fiutato il probabilissimo tonfo del suo partito alle Europee, punta a rimpiazzarla. Ed è questo il punto dirimente della polemica di questi giorni. Chi è sceso in piazza lo ha fatto non per tutelare i lavoratori ma per fare politica e per scalare la segreteria Pd. Un’uscita che non fa bene al sindacato, come ha notato in modo irreprensibile il professor Piero Ichino, insigne giuslavorista, uomo di Sinistra e con un passato da sindacalista.

Sembra ormai assodato che per i consigli provinciali in scadenza, si andrà a votare a dicembre col vecchio sistema, visto che il cammino della riforma è ancora in corso. Poi cosa succederà e con quali tempi?

Io sono per l’elezione diretta del presidente e del consiglio provinciale. Sono certa che nel corso di questa legislatura ci sarà una riforma rispettosa dell’espressione e della volontà popolare. Le forze politiche sono in larghissima misura concordi.

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