L’ipotesi di Facebook: far pagare le aziende per accedere ai dati degli utenti

"I documenti che Six4Three ha raccolto per questo caso privo di fondamento sono solo parte della storia e vengono presentati in un modo che è molto fuorviante senza contesto aggiuntivo", replica Papamiltiadis

Facebook
LP / Dominic Lipinski / PA Wire

SAN FRANCISCO (LaPresse/AFP) – In passato Facebook prese in considerazione l’ipotesi di far pagare i realizzatori di applicazioni per accedere ai dati degli utenti. È quanto riporta il Wall Street Journal (Wsj). Citando alcune e-mail interne venute fuori nell’ambito di un’azione legale avviata contro Facebook nel 2015 da Six4Three. Il creatore di una app poi fallita chiamata ‘Pikinis’.

Facebook, l’ipotesi

Secondo il giornale, da alcune delle e-mail viene fuori che impiegati di Facebook discussero dell’ipotesi di fornire agli inserzionisti un maggiore accesso alle informazioni degli utenti in cambio di maggiori investimenti sul social network. La mossa si sarebbe distaccata dalla politica aziendale di non vendere informazioni degli utenti. Che il social network ha sempre citato per rispondere alle critiche di chi sostiene che sia più interessato a fare soldi che a proteggere la privacy.

Il social network non ha venduto i dati degli utenti

“Per essere chiari, Facebook non ha mai venduto i dati di nessuno”, ha detto il director of developer platforms and programs, Konstantinos Papamiltiadis, rispondendo ad AFP. “I documenti che Six4Three ha raccolto per questo caso privo di fondamento sono solo parte della storia e vengono presentati in un modo che è molto fuorviante senza contesto aggiuntivo”, replica Papamiltiadis alla storia riportata dal Wall Street Journal.

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