L’ira di Berlusconi contro i grillini: “Nessuno può dirmi cosa fare”

'Mission impossibile': mediare tra il cavaliere e Di Maio

ROMA (Loredana Lerose) – Più che una questione di principio quella di Silvio Berlusconi nei confronti del M5S, capitanato da Luigi Di Maio, sembra essere una presa di posizione dettata da un capriccio oltre che dall’incapacità di cedere la scena. “Nessuno può dire a me o ai miei elettori cosa fare – ha tuonato Berlusconi – Sono un leader politico, con un programma, e abbiamo diritto di fare il primo passo. Nessuno puo’ dire ‘tu sì o tu no. Queste non sono cose che sono accettabili in una democrazia”. Un concetto che per logica non fa una una piega, ma se in gioco c’è la governabilità del Paese, più che passare al contrattacco, un ‘vecchio saggio’ (per alcuni un volpone) della politica non dovrebbe cadere in provocazione. Certo è che schivare gli attacchi continui dei pentastellati che descrivono il cavaliere come il ‘male assoluto’ non è cosa semplice. Sembra essersene accorto il candidato premier per la coalizione di centrodestra Matteo Salvini. A lui il compito di mediare per evitare un governo dalle larghe intese, che gli elettori vivrebbero come un grosso imbroglio, un inciucio. Salvini deve evitare di tornare alle urne e soprattutto deve trovare il modo di far convivere anime tanto diverse all’interno di un’ipotetica squadra di governo. Il leghista continua a sostenere che l’unica strada possibile è quella di un esecutivo che rispecchi il voto dei cittadini e, quindi, veda protagonisti la coalizione di centrodestra con Fi, Fdi e Lega e il primo partito del Paese, ovvero il M5S. Apparentemente anche i pentastellati chiedono la stessa cosa, ma nei fatti chiedono al leader del carroccio di tradire gli alleati ed estromettere Fi e Fdi. Discorso simile per Berlusconi, che dopo aver incassato molti attacchi, non ci sta a farsi dettare l’agenda dal M5S né a fare un passo di lato per favorire un accordo che porterebbe alla composizione di un governo senza dover andare in Parlamento ad ‘elemosinare’ l’appoggio dei singoli parlamentari per avere i numeri. A Salvini l’arduo compito di trovare una soluzione prima che il clima di ‘demonizzazione dell’avversario’ porti a fratture insanabile con i pentastellati o all’interno della sua coalizione.

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