Lombardia, falsi permessi di soggiorno: tra gli arrestati anche un poliziotto e un finanziere

Le forze dell'ordine hanno smascherato una vera e propria associazione a delinquere, capeggiata da un cittadino egiziano residente da anni in Italia

Guardia di Finanza
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

MILANO – Militari della guardia di finanza di Monza e personale della polizia di Milano hanno dato esecuzione questa mattina a un’ordinanza di misure cautelari personali, emessa dal giudice per le indagini preliminari di Monza, nei confronti di 8 soggetti indagati, a vario titolo. Per associazione a delinquere finalizzata a far ottenere illegalmente permessi di soggiorno a cittadini extracomunitari, reati di falso, corruzione e abuso d’ufficio. Quattro le persone condotte in carcere, tre poste agli arresti domiciliari e una colpita da obbligo di dimora.

Tra gli arrestati un poliziotto e un finanziere

Tra gli arrestati anche un ispettore della guardia di finanza di Monza, un sovrintendente della polizia in servizio a Milano. Le indagini sono scaturite da un controllo per il contrasto del lavoro irregolare eseguito nel 2016 dalle fiamme gialle di Monza in un esercizio commerciale gestito da un cittadino extracomunitario, che aveva inveito contro i militari. Nell’approfondire i fatti, su delega della Procura della Repubblica di Monza, i finanzieri della compagnia di Seregno hanno scoperto una rete di rapporti illeciti. Che erano finalizzati all’ottenimento/rinnovo di permessi di soggiorno a favore di cittadini stranieri.

L’associazione era guidata da un egiziano residente in Italia da anni

Anche grazie a indagini tecniche, è stata smascherata una vera e propria associazione a delinquere, capeggiata da un cittadino egiziano, da anni residente in Italia. E composta da altri tre egiziani, un commercialista di Legnano con studio a Milano e tre pubblici ufficiali. Un ispettore della guardia di finanza di Monza, un sovrintendente della polizia in servizio a Milano e un messo comunale del Comune di Monza.

Creavano documenti falsi e buste paga fittizie

Questi ultimi, con il commercialista, avrebbero contribuito, tra l’altro, alla creazione di documentazione falsa (certificati medici e di residenza fasulli, buste paga fittizie per contratti di lavoro subordinato inesistenti, dichiarazioni fiscali relative a redditi mai percepiti), per il ricongiungimento familiare di parenti residenti nei paesi di origine.

Oltre a tali fatti, all’ispettore della Gdf sono contestati alcuni episodi corruttivi. Perché, tra l’altro, avrebbe avvisato diversi commercianti di imminenti controlli su scontrini e ricevute da parte del Gruppo di Monza in cambio di denaro e regalie.

La maxi indagine ha coinvolto 39 indagati, scattati 7 arresti

L’indagine, che ha visto coinvolti nel complesso 39 indagati, ha consentito di individuare oltre 20 casi in cui cittadini extracomunitari sarebbero risultati beneficiari di un permesso di soggiorno sul territorio italiano. O di un ricongiungimento di familiari dall’estero senza averne diritto. In cambio di somme che variavano da qualche centinaio di euro fino a 5mila euro, pagate in contanti o attraverso carte prepagate.

(Lapresse)

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