Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono pronti a bloccare il Ceta

Secondo Vincenzo Boccia, invece, "sarebbe un grave errore"

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
di Elisabetta Graziani

ROMA (LaPresse) – Il governo gialloverde è pronto a bloccare il Ceta, l’accordo di libero scambio con il Canada. Di più, Luigi Di Maio, ancora sulla scia dell’entusiasmo per lo stop ai vitalizi approvato alla Camera grazie al presidente Roberto Fico, avverte in tono minaccioso che “se anche uno solo dei funzionari italiani all’estero continuerà a difendere trattati come il Ceta sarà rimosso”. Su questo punto c’è piena sintonia all’interno della maggioranza. Anche per il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio il Ceta favorisce il falso made in Italy nel mondo, quindi va bloccato. Posizione in linea con quella espressa dalla Coldiretti per bocca del presidente Roberto Moncalvo.

Di tutt’altro avviso invece il presidente degli industriali, Vincenzo Boccia, secondo cui non ratificare il trattato commerciale “sarebbe un grave errore”. “Se con quel trattato di libero scambio l’Italia esporta di più, è una questione di interesse nazionale. Se esporta di meno, evidentemente no”, spiega Boccia. Secondo i dati, per Confindustria, il Ceta apre e non chiude all’Italia. Bisogna quindi interpretarlo in una chiave d’interesse nazionale e non categoriale, cioè non per una singola categoria, come possono essere i produttori agricoli che si sono spesso schierati contro.

Ma il ministro del Lavoro è netto

“Posso assicurare che quando il Ceta arriverà in aula questa maggioranza lo respingerà e non lo approverà”. Non si illude certo il vicepremier che la situazione si risolva con una decisione parlamentare. Dal Governo però si leva un’altra voce e precisamente da Bruxelles dove il ministro dell’Economia Giovanni Tria ammette di non aver seguito il dossier sull’accordo Canada-Ue ma che in generale sua opinione è che il “libero commercio, che si estende tramite accordi commerciali è sempre una buona cosa, ma dipende da come si fanno”.

L’accordo è entrato in vigore il 21 settembre 2017 ed è in fase di ratifica da parte dei Paesi Ue, non si sa cosa possa accadere se uno degli Stati membri non lo ratifica. Per l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda l’export italiano è cresciuto di un +8 per cento proprio grazie al Ceta. Della stessa idea altri parlamentari del Pd e di Forza Italia.

Altro capitolo aperto nella maggioranza di governo è quello sui voucher da introdurre nel decreto Dignità. La leader della Cgil Susanna Camusso promette battaglia. Centinaio annuncia che la proposta arriverà a breve sul tavolo di Di Maio. Nessuno screzio con il titolare del Lavoro e dello Sviluppo economico, dopo che il ministro dell’Agricoltura ha chiarito che la Lega vuole introdurre lo strumento soltanto per settori specifici e per periodi determinati. “Nessuna divisione, ci si confronta”, ha chiuso Centinaio. Il ministro, interpellato all’assemblea annuale della Coldiretti sui tempi della reintroduzione dello strumento, auspica di dare una risposta “già per la prossima vendemmia”. E qualcuno, lì presente, lo incoraggia con aria sorniona, facendogli notare che la vendemmia finisce a novembre.

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