Mala casertana, figlio del boss a rischio il processo

CASERTA – Il pubblico ministero Maurizio Giordano vuole a processo Emilio Martinelli ‘o barone. Per il 34enne, figlio di Enricuccio, storico esponente del clan dei Casalesi, è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio e a maggio il giudice Maria Laura Ciollaro del Tribunale di Napoli deciderà se dare o meno il via all’eventuale dibattimento. Il magistrato antimafia con Martinelli vuole a giudizio anche Gianluca Alemanni, 38enne, Luigi Annibale, 36enne, entrambi di San Marcellino, Luciano Carpiniello, 62enne di Aversa, Marco Testa, 27enne, Remigio Testa, 57enne, anche loro di San Marcellino, ed Emilio Mazzarella, 57enne originario di Cesa ma residente ad Aversa. A tutti la Dda contesta il reato di associazione mafiosa. Il solo Annibale, invece, risponde anche di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di armi da guerra e comuni da sparo. Nel collegio difensivo gli avvocati Valentina Varano, Felice Belluomo, Gianluca Giordano, Ferdinando Letizia, Generoso Grasso, Domenico Dello Iacono e Giovanni Pizzo.

La figura di Martinelli è emersa nell’indagine che nel 2021 portò all’arresto di Oreste Reccia, alias Recchia e lepre, e in quella che nel 2022 riuscì ad assestare un duro colpo alle cosche Bidognetti e Schiavone, portando in cella alcuni dei loro nuovi rappresentanti sul territorio. Sulla scia di quelle due attività, la Squadra mobile di Caserta ha proseguito ad investigare sulle attività del 34enne e così ha raccolto prove che l’hanno spinta a ritenere, trovando concorde la Procura di Napoli, che il ragazzo fosse a capo della frangia dei Casalesi attiva sul territorio di San Cipriano d’Aversa. Martinelli è stato arrestato dai poliziotti, guidati dal vicequestore Dario Mongiovì, lo scorso ottobre. Stando a quanto tracciato dalla Dda, nella prima fase dell’inchiesta è emersa sul territorio sancirpianese la presenza di un gruppo, formato da 6 soggetti, diretto da Oreste Reccia, prevalentemente attivo nel settore delle estorsioni e delle armi. E chi aveva fatto parte di questa gang venne catturato nel 2021 e ha pure già ricevuto condanne in secondo grado (per Reccia il verdetto di colpevolezza è diventato anche irrevocabile).

La Mobile è andata oltre: ha proseguito quell’attività riuscendo a documentare la perdurante operatività del clan dei Casalesi all’interno del quale, però, a seguito delle ulteriori misure cautelari che erano scattate, si erano registrati nuovi equilibri tra le fazioni. Ma si trattava di cambi che avevano interessato la base, in quanto a coordinare le azioni malavitose c’era solo stato un cambio generazionale: al vertice, infatti, erano rimasti i rampolli delle famiglie Schiavone e Bidognetti.
Ed è in tale contesto che è spiccata la figura di Emilio Martinelli, figlio d’arte (criminalmente parlando): per gli investigatori è il referente del clan per i traffici di droga e le estorsioni. E sotto la sua supervisione sarebbero ricaduti pure altri business cari al clan, come il noleggio delle auto e le truffe relative al bonus 110 percento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome