Salvini e Di Maio raggiungono l’accordo sulla Manovra

Roma – Non è tutto rose e fiori nel governo Lega-M5S. Le tensioni ci sono, anche se alla fine una quadra nella truppa giallo-verde si trova sempre. È proprio nel prezzo del compromesso che risiede il gene della discordia, perché ognuna delle due forze politiche non può permettersi passi falsi, né permettere al ‘socio’ di maggioranza di portare a casa più punti da spendere con l’elettorato.

Garbato braccio di ferro tra Lega e M5S

Ne è un esempio la cosiddetta Pace fiscale, misura sulla quale per giorni i due vicepremier hanno ingaggiato un silenzioso e garbato braccio di ferro: non è un mistero che Matteo Salvini avrebbe preferito uno ‘sconto’ per chi non era in regola con l’erario, ma Luigi Di Maio da quell’orecchio non ci ha voluto proprio sentire.

Questione di consensi

Il capo politico M5S non sarebbe mai riuscito a cambiare lo ‘storytelling’ del condono, perdendo credibilità agli occhi del suo popolo e a furia di venirsi incontro, però, il rischio  era quello di scontrarsi.

La collisione è stata sventata più volte

I leader delle due forze, su cui si regge l’impianto del governo, hanno dovuto guardarsi negli occhi e prendere una decisione. L’occasione è stata l’ultima riunione di maggioranza a Palazzo Chigi, quella che ha preceduto il Consiglio dei ministri in cui poi è stata approvata la legge di Bilancio.

 Ping pong di notizie incontrollato

Vertice a cui hanno preso parte sia Di Maio che Salvini, oltre al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e il premier Giuseppe Conte. Quello della mattina, invece, era stato disertato sia dal capo politico M5S, sia dal leader leghista, impegnato all’assemblea di Confimi all’Autodromo di Monza: “Non avrei dovuto essere qua, ho chiesto la cortesia a Giorgetti di sostituirmi perché ho preso un impegno con voi e per me gli impegni presi sono sacri“.

Per qualche ora c’è stato anche chi ha temuto una rottura

Le voci di dentro raccontavano di dissidi e dissapori, di tecnici ancora all’opera per limare i decreti e venire incontro alle esigenze dei due leader, ma senza ‘scassare’ i conti pubblici. Poi, d’incanto, due messaggi whatsapp, nuova frontiera della comunicazione giallo-verde, hanno spento i rumors. Il primo per avvisare che Salvini era a Palazzo Chigi, il secondo per specificare che all’incontro con il presidente del Consiglio partecipavano anche Di Maio e Tria.

Allarme rientrato: il governo trova la quadra 

E alla fine approva le tre misure cardine: reddito e pensione di cittadinanza, riduzione della pressione fiscale per le partite Iva e superamento della legge Fornero con quota 100.

La ‘pace’ torna a regnare nell’esecutivo

Come racconta una fonte parlamentare “se ci declassano i mercati ci sbranano e le banche vanno in sofferenza. Allora sì che ci facciamo del male“. Un rischio che Lega e Cinquestelle, comunque, hanno deciso di correre.

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