Manovra, vince la linea dura Di Maio-Salvini: Tria cede, deficit al 2,4%

in foto Giovanni Tria

Roma – Vincono i cantori del cambiamento, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Dopo una lunga e tormentata giornata di riunioni, l’accordo a Palazzo Chigi a tarda sera è sul 2,4% di deficit in rapporto al Pil. Un’intesa “raggiunta con tutto il governo, siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento”, esultano i vicepremier.

In realtà a lungo il titolare del Mef Giovanni Tria ha cercato di convincere i due leader dell’opportunità di convergere su un numero più prudente, più vicino all’1,6% su cui si è barricato per settimane. Ancora giovedì pomeriggio, prima del vertice politico convocato sulla manovra, il ministro è stato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per esporgli le sue ragioni.

La prudenza è rimasta all’angolo

Niente da fare, la mossa di Di Maio di mercoledì sera, quando ha lanciato l’appello all’altro leader politico del governo per superare ampiamente la soglia psicologica del due e arrivare fino al 2,4% è risultata vincente. Salvini si è trovato d’accordo nella lotta contro la logica degli ‘zero virgola’.

Situazione delicatissima, che il Colle ha seguito con grande attenzione

Tria è rientrato a Palazzo Chigi solo dopo le 19, con la tentazione forse, per l’ennesima volta, di mollare tutto e andare via. La discussione è andata ancora avanti, con un ulteriore tentativo di mediazione sul 2,1%, anche questo fallito. Al ministro, scartata l’ipotesi dell’addio immediato, che avrebbe gettato il governo e probabilmente il Paese nel caos, non è rimasto che accettare, o meglio “cedere”, come conferma una autorevole fonte di governo. “Di Maio è stato irremovibile – racconta ancora la fonte – e anche la Lega si è compattata sulla linea”.

Bandiere sventolate in segno di festa e di vittoria

Oggi è un giorno storico! Oggi è cambiata l’Italia!”, festeggia il leader pentastellato sui social, prima di abbracciare i suoi parlamentari che lo aspettavano in piazza Colonna, davanti alle porte di Palazzo Chigi.

Reddito di Cittadinanza e riforma dei centri per l’impiego

Abbiamo portato a casa la Manovra del Popolo – insiste Di Maio – che per la prima volta nella storia di questo Paese cancella la povertà grazie al Reddito di Cittadinanza, per il quale ci sono 10 miliardi e rilancia il mercato del lavoro anche attraverso la riforma dei centri per l’impiego. Restituiamo finalmente un futuro a 6 milioni e mezzo di persone che fino ad oggi hanno vissuto in condizione di povertà e che fino ad oggi sono stati sempre completamente ignorati“.

Matteo Salvini, “pienamente soddisfatto degli obiettivi raggiunti”

“Tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone e altrettanti posti di lavoro a disposizione dei nostri giovani superando la legge Fornero.

Rispettate tutte le richieste dei partiti

Chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni.“Nessun aumento dell’Iva“, riassume. Il prezzo è quel 2,4% che impensierisce Europa e mercati: la Commissione Ue a questo punto potrebbe respingere la proposta di Legge di stabilità italiana. Ma i due leader di governo contano su un atteggiamento più benevolo: le elezioni europee del 2019 sono dietro l’angolo e a nessuno piace una campagna elettorale in salita.

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