Marche da bollo false e truffa. Rinviati a giudizio 26 avvocati

Avrebbero causato alle casse dello Stato un danno da 54mila euro. La Procura: i valori contraffatti apposti sugli atti giudiziari preparati dai civilisti destinati alle cancellerie

Foto LaPresse - L'ingresso del tribunale

CASAL DI PRINCIPE – Uso di marche da bollo contraffatte, truffa e falso: sono i reati, contestati a vario titolo, che hanno portato a processo 26 avvocati civilisti. A coordinare l’inchiesta che ha dato il via al dibattimento è stato il pm Giovanni Corona. Per la Procura di Napoli Nord, alcuni degli imputati avrebbero sfruttato le marche da bollo tarocche per depositare presso le cancellerie dei tribunali gli atti giudiziari preparati per i loro clienti.

A dover affrontare l’iter di primo grado saranno Barbara Del Pizzo saranno Nicola Arena, 56enne di Giugliano in Campania, Vincenzo Arino, 56enne di Napoli, Massimo Caiazzo, 49enne di Castello di Cisterna, Giovanna Capria, 46enne di Napoli, Angela D’Andrea, 40enne di Giugliano in Campania, Carmela De Lucia, 46enne di Recale, Gabriella Della Gatta, 38enne di San Cipriano d’Aversa, Daniele Di Sarno, 49enne di Casal di Principe, Ernesto Freda, 50enne di Portici, Giacomo Giordano, 46enne di Napoli, Angelo Guadagni, 56enne di Pomigliano d’Arco, Stella Guarino, 45enne di San Marcellino, Francesco Finelli, 62enne di Cardito, Rosa Manzo, 52enne di Marano di Napoli, Pasquale Mariano, 46enne di Napoli, Salvatore Pagano, 44enne di Frignano, Luigi Pastena, 39enne partenopeo, Agostino Pellegrino, 59enne di Villaricca, Paolo Rosauro, 52enne di Napoli, Giuseppe Petrenga, 51enne di Aversa, Giuseppe Pirozzi, 50enne di Castelvolturno, Giuseppe Riccio, 44enne di Napoli, Rosario Rullo, 54enne di Praia a Mare, Stefano Tedesco, 43enne di Melito di Napoli, Bruno Tommasetti, 52enne di Casoria, e Luca Vaccaro, 48enne napoletano.
Non affronteranno il processo invece Angelina Vagliviello, 57enne di Cesa, e Alfredo Primizia, 53enne di Aversa. I loro difensori, gli avvocati Sergio Tessitore e Vittorio Guadalupi hanno ottenuto il non luogo a procedere eccependo la nullità, accolta dal gup, della richiesta di rinvio a giudizio per omesso interrogatorio a seguito dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Gli imputati, dopo aver comprato le marche false, apponendole sugli atti giudiziari, ha ricostruito l’accusa, inducevano in errore i dipendenti delle cancellerie, presso le quali consegnavano i documenti. Gli impiegati, infatti, ritenevano che i valori bollati fossero veri, validando così come regolari gli incartamenti ricevuti dai legali.
Il meccanismo, secondo gli inquirenti, avrebbe procurato ai civilisti un ingiusto profitto in danno dello Stato “corrispondente al mancato versamento del valore nominale della marca contraffatta”. Complessivamente la casse pubbliche avrebbero registrato un ammanco di circa 54mila euro.

L’importo delle ipotizzate truffe varia: si va da quelle di pochi euro, come nei casi di Caiazzo e Freda, che avrebbero usato una sola marca da bollo posticcia a testa, dal valore rispettivamente di 27 e 43 euro, fino ad arrivare a quelle a quattro zeri, come per Pastena e Rosauro che, in concorso, avrebbero determinato un danno allo Stato di 10mila e 475 euro.

Nell’elenco degli imputati compare pure Giuseppe Maisto, 77enne di Giugliano in Campania: non risponde di truffa, ma di violazione della pubblica custodia di cose e favoreggiamento personale. In qualità di collaboratore del legale Pellegrino, lo avrebbe aiutato durante una perquisizione nello studio, disposta dalla procura, “ad eludere le investigazioni in corso, distruggendo tre-quattro note di iscrizione a ruolo sulle quali erano apposte complessivamente 6 marche da bollo false”.

L’indagine ha messo nero su bianco anche una presunta ipotesi di ricettazione: è stata contestata all’avvocato Finelli. Il legale avrebbe acquistato o ricevuto 246 marche dal valore di 12 mila 688 euro di provenienza illecita a lui nota, “essendo state asportate da atti depositati in cancellerie-segreterie di uffici giudiziari da dipendenti dell’amministrazione della giustizia allo stato delle indagini non ancora identificati”.

Violazione della pubblica custodia di cose è anche il reato che è stato contestato a Pastane, Rosauro, Pellegrino, Tedesco, Primizia e Russo: sono accusati di aver sottratto dagli uffici del gip note di iscrizione a ruolo sulle quale erano apposte marche da bollo taroccate.

Nel collegio difensivo gli avvocati Massimiliano Andreozzi, Enrico Ferrante Donatone, Gaetano Pucci, Beatrice Salegna, Celestino Gentile, Alfonso Quarto, Gerardo Marrocco, Carmine Capasso, Alberto De Angelis, Domenico Castaldo, Aniello Silvestro, Ida Napolitano, Nicola Pellino, Massimo D’Errico, Biagio Borretti, Vincenzo Romano, Carmine Ippolito, Luigia Martino ,Alfonso Furgiuele, Giueppe Pellegrino, Francesco Matrone, Enrico Iascone, Alfonso Trapuzzano, Domenico Sabatino, Annalisa Recano, Maria Giovanna Ponticiello e Davide Farina.

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