Mascherine lavabili per inquinare meno

Le FFP2 diventano obbligatorie per viaggi, eventi e per i docenti, ma il monouso ha costi economici ed ambientali elevatissimi. Compra quelle riutilizzabili: puoi metterle in lavatrice a 60° con un comune detersivo

Foto Claudio Furlan - LaPresse Nella foto: mascherine in metropolitana

Fino al 31 marzo, ovvero fino a quando vigerà lo stato di emergenza, sarà necessario indossare una mascherina di tipo FFP2 o di protezione superiore per entrare in teatri, cinema, palazzetti o stadi dove sarà vietato consumare cibi e bevande. La mascherina più protettiva inoltre è obbligatoria anche per viaggiare sui mezzi di trasporto, nazionale e locale, e per il personale docente delle scuole. L’introduzione dell’obbligo di dispositivi di protezione “non chirurgici” e “non di comunità” sui autobus, treni, aerei e per eventi dove c’è il rischio assembramento ha portato a interrogativi sul riutilizzo. Ci ritroveremo infatti a spendere di più per acquistare i dispositivi di protezione individuale, che hanno costi maggiori rispetto alle mascherine chirurgiche. Ma è un prezzo che non pesa solo sulle nostre tasche, anzi. Lo paga soprattutto il pianeta.

Test sulle chirurgiche

Da quando la pandemia ha iniziato a farsi largo nella popolazione mondiale e le mascherine sono diventate la nostra seconda pelle, si discute di come ridurre l’impatto ambientale dei dpi, concepiti come dispositivi monouso. Nel gennaio dello scorso anno Altroconsumo ha condotto un’analisi sull’impatto dell’utilizzo delle mascherine usa e getta nelle scuole e ha realizzato un test. Analizzando un campione di mascherine (non rappresentativo) distribuite nelle scuole italiane ha dimostrato che è possibile riutilizzare i dispositivi, lavandoli in lavatrice, almeno 5 volte. L’associazione ha analizzato in primis la filtrazione e la traspirabilità delle mascherine distribuite nelle scuole: tutti i prodotti hanno ottenuto valutazioni eccellenti per quanto riguarda la filtrazione, migliorabile la traspirabilità di uno dei prodotti. In secondo luogo, è stato verificato se ci fosse un cambiamento di performance di questi prodotti dopo 5 lavaggi a 60° (lavaggio intenso per testare le mascherine in condizioni di stress) dimostrando che, non solo tutte le mascherine mantengono invariate le proprietà filtranti ma migliorano addirittura in termini di traspirabilità. Così l’associazione ha consigliato di lavare le mascherine con il normale bucato, così da ottimizzare il numero di lavaggi. I test realizzati da Altroconsumo sono stati effettuati a 60° per misurare la tenuta delle mascherine in condizioni più stressanti, ma per la sanificazione bastano 30° (che permettono anche di inquinare meno. Inoltre sarebbe meglio evitare l’aggiunta di additivi che contribuiscono all’inquinamento del pianeta.

Mascherine FFP2

Lo stesso discorso vale anche per dispositivi che garantiscono una protezione maggiore? Sì, seguendo alcune regole. Il Gruppo San Donato, uno dei più grandi gruppi di ospedali privati italiani, con un centro diagnostico e diciannove ospedali situati in Lombardia e due in Emilia-Romagna a Bologna, ha pubblicato un approfondimento sul riutilizzo dei dispositivi di protezione. Le mascherine denominate con le sigle FFP1 (72% di capacità filtrante), FFP2 (92% di capacità filtrante) FFP3 (98% di capacità filtrante) sono dispositivi di protezione individuale introdotti per proteggere gli operatori dalla contaminazione esterna. Questo tipo di mascherine possono essere monouso (catalogate dalla sigla NR – non riutilizzabili) o riutilizzabili (identificabili dalla lettera R).
Le mascherine FFP1, FFP2, FFP3 riutilizzabili, per lo meno sino a quando non sono soggette ad usura dei materiali di cui sono composte, possono essere sanificate in due modi: sostituendo esclusivamente i filtri (in base alle indicazioni del produttore in merito al numero di ore in cui il filtro assicura protezione), o lavandole a 60° con un comune detersivo (seguendo le indicazioni del produttore che, generalmente, riporta nelle istruzioni all’uso il numero massimo di lavaggi possibili per non comprometterne la capacità filtrante). In questo caso quindi le mascherine sono lavabili e rappresentano un ingente risparmio sia in termini economici che ambientali. Quindi occhio alle etichette, possiamo fare molto partendo da piccoli e semplici gesti quotidiani.

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