Medici di base, a Caserta in 52 mancano all’appello

CASERTA – In Terra di Lavoro mancano 52 medici di famiglia e sempre meno giovani professionisti vogliono intraprendere questa attività. Lo nota il sindacato di categoria Fimmg, guidato in provincia e in Campania da Federico Iannicelli. In questi giorni 5 medici che hanno raggiunto i 70 anni hanno chiesto e ottenuto dall’Asl di restare in servizio altri 2 anni. “E’ una possibilità offerta dal decreto Milleproroghe – spiega Iannicelli – un medico arrivato all’età limite può chiedere di restare in servizio per un biennio e la norma è valida fino al 2026. In questo modo si supplisce a una carenza che sicuramente si sarebbe creata con il pensionamento e si evita di creare un disservizio ai residenti della zona, che sarebbero rimasti scoperti fino alla nomina del nuovo medico”. Ad ogni modio, nota il rappresentante di categoria, “difficilmente la proroga sarà effettivamente di 2 anni: non appena la carenza viene coperta da un medico in graduatoria, il collega 70enne avrà terminato la sua attività”.

I 5 medici che hanno ottenuto il mantenimento in servizio sono Francesca Trovato (nota anche per la sua attività politica come consigliere comunale nel capoluogo) che fa riferimento all’ambito di Caserta nel distretto Asl 12; Achille Cennami (anche lui impegnato in politica, come consigliere comunale a Mondragone) per l’ambito di Mondragone (distretto 23); Arturo Benedetto Bolognese dell’ambito di Santa Maria Capua Vetere-San Tammaro (distretto 21); Luigi Serrao dell’ambito di Cervino (distretto 13) e Fausta De Pippo per l’ambito di Pignatario Maggiore-Camigliano-Giano Vetusto-Pastorano (distretto 22).
Peraltro, in questo momento la categoria non ha più interlocutori in Regione, in quanto la funzionaria addetta, la dottoressa Ferriero, ha chiesto il trasferimento: “Aspettiamo che il presidente De Luca firmi la nuova nomina” dice Iannicelli, aggiungendo che coprire le posizioni rimaste vacanti non è facile: i medici di base non hanno avanzamenti di carriera e “i giovani arrivano, si guardano attorno, vedono che c’è da buttare sangue e rinunciano. La medicina generale è uno dei settori che soffre di più, sia per questa mancanza di medici, sia perché ormai si fa tanta burocrazia e poco clinica”. Si aggiunga che a fine carriera si ottiene una pensione calcolata con il sistema contributivo, per cui “la nostra retribuzione si riduce al 50% rispetto al periodo di attività”.

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