Migranti, garante detenuti: Stop centro Lampedusa occasione per cambio passo

Medical personnel take care of migrants at a naval base in Tripoli late on January 31, 2018, after they were rescued off Lybia's coast. About 240 illegal migrants from Arab and African countries arrived at the naval base on January 31, 2018, after they were rescued off the coast of Zuwara west of the Libyan capital, before their boat sank because of a hole in their rubber boat. / AFP PHOTO / Mahmud TURKIA

Roma, 14 mar. (LaPresse) – Il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale prende atto della chiusura dell’hotspot di Lampedusa disposta in via temporanea dal Ministero dell’Interno. Per quanto riguarda le notizie pubblicate da alcuni organi di stampa sulle criticità riguardanti l’hotspot, peraltro già rilevate dallo stesso Garante nazionale, e sulle tensioni che si sono verificate negli ultimi giorni al suo interno, il Garante nazionale ribadisce la sua costante attenzione verso la situazione nella struttura dell’isola. In particolare, rende noto di avere avviato da tempo un’interlocuzione con il Ministero dell’Interno, tesa fra l’altro a verificare alcune circostanze particolarmente allarmanti, che saranno al centro del rapporto sulla visita effettuata lo scorso 23 gennaio, di prossimo invio alle autorità competenti e successiva pubblicazione.

“Gli interventi da realizzare nell’hotspot non si dovranno limitare a una mera ristrutturazione materiale, pure assolutamente necessaria e più volte sollecitata. Serve soprattutto porre le basi perché si verifichi un vero cambio di passo sulla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri ospitati nella struttura, a partire dai tempi di permanenza, che devono essere nei limiti, normativamente previsti, delle 48 ore. Sul piano più generale è ormai tempo che si definisca un quadro di regole chiaro e trasparente su un sistema – quello degli hotspot – la cui natura giuridica rimane dopo anni ancora ambigua e che rischia di configurarsi di fatto come una privazione della libertà personale senza tutela giurisdizionale”.

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