Migranti, Zaia: “Lampedusa è confine d’Europa, non dell’Italia”

Foto Andrea Gilardi / LaPresse Nella foto: Luca Zaia

“Le parlo da governatore di una regione che ha il 10% della sua popolazione rappresentata dalla popolazione di migranti che sono venuti in Veneto, si sono stabiliti in Veneto e si sono integrati. Però il tema rispetto all’immigrazione è un tema anche di accoglienza e della qualità dell’accoglienza. E’ innegabile, se guardiamo i dati di quest’ultimo anno, noi abbiamo avuto almeno 90.000 sbarchi, almeno altri 15.000/20.000 persone che sono entrate dalla rotta balcanica e quindi dal Friuli Venezia Giulia e poi aggiungiamoci a questi 150.000/160.000 profughi dall’Ucraina. Io penso che sia giusto porre la questione. Innanzitutto, le persone che scappano dalla morte vanno aiutate senza se e senza ma, dall’altro però una questione fondamentale, me lo lasci dire, che Lampedusa non può essere il confine d’Italia ma il confine d’Europa”. Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, a Che Tempo Che Fa su Rai3.

“Io – ha aggiunto – ho parlato delle persone che scappano dalla morte, perché ricorderà anche, ad esempio, molta immigrazione proveniente da alcuni paesi del Magreb, perciò la Tunisia o altro, che vanno comunque inquadrati come migranti economici; dopodiché, è un tema anche di sostenibilità perché se noi dedicassimo la nostra abitazione ad ospitare dei migranti, a un certo punto diremmo ‘fermati, perché non ce la facciamo più’. Penso che l’Europa sia veramente latitante ed è grave che si comporti così. Io ricordo sempre l’atteggiamento dei francesi, visto che si dibatte molto dei francesi, che è stato sempre quello di sospendere, al bisogno, Schengen e a me non sembra un atteggiamento corretto; sono riusciti a sospenderlo anche il 21 Febbraio 2020 con il Covid, accarezzando l’idea che chiudendo le frontiere, il virus si fermasse a Bergamo o in Veneto, questi sono i francesi. Io non sono per lo scontro con i francesi, ma è giusto che si mettano i puntini sulle i”.

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