Milano, Sala: “Nulla sarà come prima, non saremo impreparati alla ripartenza”

Le parole del sindaco meneghino

Foto Stefano De Grandis - LaPresse in foto Beppe Sala

MILANO – “Milano ha il dovere per se stessa e per il sistema sanitario di resistere. La guerra non è affatto finita, però permettetemi di dire che i milanesi si stanno comportando bene e di questo li ringrazio. Da parte mia sto cominciando a pensare come sarà la ripartenza. Lo so bene che è prematuro e che mi espongo alle critiche, ma ritengo che sia fondamentale essere preparati e non improvvisare. Partendo da un dato difficilmente contestabile: non esisterà un giorno ‘uno’ in cui andremo tutti in piazza con la fanfara al grido ‘ripartiamo’. Sarà una ripartenza graduale che non esclude stop and go”. Lo dice il sindaco di Milano, Beppe Sala, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Lavoro su tre grandi capitoli che dovranno essere la base della ripartenza. Il primo: va modificato il sistema delle infrastrutture. In primis penso ai trasporti e la mobilità perché cambierà il nostro modo di muoverci. Ma penso anche alle infrastrutture digitali perché questa emergenza ci ha insegnato che la fame di banda larga è enorme. Ne sto già parlando con i grandi operatori. Il secondo: va fatto un piano per gli spazi di grande concentrazione, dallo stadio ai cinema. Pensiamo a San Siro. Non è solo il fatto di essere seduti uno di fianco all’altro, ma penso ai grandi assembramenti all’ingresso per i controlli”.

“Fino a oggi sulla tutela della salute ha prevalso la sicurezza. Bisognerà cambiare. Vale per il macro come per il micro. Ad esempio i cinema. È semplicistico dire metto una poltrona sì e una poltrona no e una fila sì e una fila no. Ma come si entra? Come si esce? Oggi è difficile vedere delle opportunità da questa tragedia, ma qualche lezione dobbiamo impararla. Il terzo punto è come far ripartire l’economia. Semplifico: le grandi aziende baderanno al loro destino, certamente io garantirò dialogo e supporto, ma da sindaco dovrò lavorare molto sulle piccole iniziative economiche e culturali. Questi sono i capisaldi della ripresa. Dopo, solo dopo, si potrà pensare al resto. Niente sarà come prima, ma vedremo se qualcosa diventerà meglio di prima”.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome