Mistero Regeni, in una rogatoria di Roma la confessione dell’agente: “Lo sequestrammo noi”

Le dichiarazioni, acquisite in circostanze casuali, potrebbero stravolgere l'indagine sulla morte misteriosa del ricercatore italiano in Egitto

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse In the picture

ROMA – Sul caso Regeni, la procura di Roma ha inoltrato venerdì una rogatoria in dodici punti. Nell’ambito del lavoro di condivisione giudiziaria in corso con la procura del Cairo che comprende elementi investigativi e spunti da approfondire.

Le dichiarazioni, acquisite in circostanze casuali, potrebbero stravolgere l’indagine sulla morte misteriosa del ricercatore italiano in Egitto

Secondo le fonti giudiziarie, della nuova rogatoria fanno parte elementi che nascono negli ultimi sette mesi dell’attività di Ros e Sco. Che indagano infatti dal 2016 sull’omicidio del ricercatore friulano, tre memorie frutto dell’attività difensiva della famiglia del giovane, depositate tra marzo e aprile. E alcune dichiarazioni di recente acquisite dagli investigatori, coordinati dal pm Sergio Colaiocco. In particolare le acquisizioni fanno riferimento a quanto detto da un testimone. Che avrebbe ascoltato, in circostanze casuali uno dei 5 ufficiali formalmente indagati dalla procura di Roma parlare di Giulio e alla sera del rapimento.

“Regeni l’abbiamo sequestrato noi” avrebbe detto poi l’uomo spiegando, a un’altra persona, che il ragazzo sarebbe stato scambiato per una spia inglese. “L’abbiamo caricato in macchina e picchiato. Io stesso l’ho colpito più volte”, avrebbe infine aggiunto l’uomo, senza sapere di essere ascoltato da quello che potrebbe diventare il teste chiave dell’indagine.

(LaPresse)

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