Mitragliatrice in auto, 5 arresti

Al gruppetto già bloccato più di un mese fa è contestata l’aggravante mafiosa

NAPOLI – Per la Direzione Distrettuale Antimafia fanno parte del clan De Luca Bossa. Per questo nei loro confronti è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare. I destinatari del provvedimento sono le cinque persone che a fine settembre vennero fermati dalla Squadra Mobile di Napoli dopo un inseguimento e trovati in possesso di una mitragliatrice.

Si tratta del 41enne Giuseppe Iacovelli e del 19enne Ciro Giovanniello (assistito dal legale Gugliemo Ventrone) entrambi di Ponticelli (in particolare del rione Lotto O), del 28enne Giuseppe Veneruso, del 22enne Vincenzo Barbato e del 19 enne Giuseppe Damiano, tutti di Volla.

Furono bloccati a fine settembre dalle forze dell’ordine, durante il servizio di controllo del territorio, quando gli agenti, nel transitare in viale delle Metamorfosi, notarono cinque persone a bordo di una Fiat Panda bianca che, alla loro vista, cercarono di darsi alla fuga nonostante fosse stato loro intimato l’alt. Perché scappavano, gli agenti l’avrebbero scoperto poco dopo e non senza difficoltà e momenti di tensione. L’inseguimento terminò all’angolo con via Bronzi di Riace, nel Lotto O, dove, dopo aver impattato contro la Volante, uno dei cinque scese dall’auto e puntò una pistola mitragliatrice contro i poliziotti per poi darsi alla fuga a piedi nelle strade limitrofe mentre i passeggeri vennero bloccati. Poco dopo una pattuglia del commissariato ‘San Giovanni-Barra’ – allertati dai colleghi – videro in via Bronzi di Riace un uomo corrispondente alle descrizioni che correva verso via Cleopatra; lo stesso, alla vista della Volante, tentò di allontanarsi ma venne raggiunto e bloccato. Iacovelli, Giovanniello, Veneruso, Barbato e Damiano vennero arrestati per lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di arma da sparo e danneggiamento aggravato di beni della pubblica amministrazione. Inoltre il conducente venne sanzionato per guida senza patente poiché revocata e per mancata esibizione dei documenti di circolazione. Giuseppe Veneruso fu arrestato nell’ottobre 2015 con l’accusa di rapina a mano armata. Nello specifico, fu preso insieme ad altre tre persone, di cui due minorenni, dopo aver minacciato un donna di 29 anni portandole via la borsa con soldi, documenti ed effetti personali. I giovani furono immobilizzati solo dopo un inseguimento nel corso del quale esplosero un colpo di pistola con un’arma che si rivelò essere a salve, per poi gettarla sulla strada. Successivamente i carabinieri accertarono la responsabilità degli arrestati anche in merito ad ulteriori eventi delittuosi consumati con lo stesso modus operandi: la rapina di telefonini e portafogli a quattro giovani di Somma Vesuviana perpetrata il 13 ottobre; la rapina di telefonini e denaro contante a un 21enne e a un 22enne di Sant’Anastasia consumata il 10 ottobre. Veneruso e l’altro maggiorenne finirono in carcere. Vincenzo Barbato è invece fratello di un uomo arrestato due settimane dopo, alla fine di ottobre 2015, con l’accusa di aver tentato un estorsione al Caan (Centro Agroalimentare) per conto del clan Veneruso, cosca egemone tra Volla e Casalnuovo. Iacovelli, invece, è conosciuto alle forze dell’ordine per essere stato fermato nel febbraio dell’anno scorso mentre stava smontando pneumatici da un’automobile a Portici.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome