Morta in carcere a Parigi, ieri l’autopsia dopo 45 giorni

Gilda Ammendola

NAPOLI – Finalmente dopo tanti rinvii ieri è stata effettuata l’autopsia sulla salma di Gilda Ammendola. La 32enne è stata trovata morta nel carcere femminile di Parigi qualche ora dopo il suo arresto (nella foto). La famiglia della vittima ha spinto a tal punto da ottenere l’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Roma, che sta indagando per istigazione al suicidio. I risultati degli esami effettuati ieri, 45 giorni dopo la dichiarazione del decesso della donna, verranno resi noti più avanti. Ma dalle indiscrezioni circolate ieri dopo l’autopsia, pare che le speranze della famiglia di dimostrare che Gilda Ammendola non si sia uccisa di sua spontanea volontà siano poche. Al momento non sono ancora stati resi noti in via ufficiale i motivi dell’arresto della donna avvenuto in terra straniera. Da più parti è rimbalzata la voce che la 32enne fosse stata accusata di reati inerenti gli stupefacenti.

La famiglia sostiene che la donna non si sarebbe suicidata, facendo riferimento al fatto che poche ore prima del ritrovamento del cadavere aveva fatto pervenire la richiesta di indumenti da spedire nel carcere in cui era stata rinchiusa. Difficile dimostrare che basti questo per accusare qualcuno di aver convinto Gilda Ammendola ad ammazzarsi. Inoltre, visto che l’autopsia è stata effettuata 45 giorni dopo la dichiarazione del decesso, è complicato anche trovare tracce di possibili violenze subite dalla 32enne.

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