Morti da biossido di azoto, Italia prima in Europa

L’esito di questa drammatica situazione fuoriesce dal rapporto annuale sulla qualità dell'aria. Si tratta di dati provenienti delle centraline antismog raccolti e analizzati dall'Agenzia europea per l'ambiente (Aea)

. EFE/Emilio Naranjo

ROMA – L’Italia è prima in qualcosa, ma nel caso specifico il primato riguarda le morti da biossido di azoto. Una leadership di cui c’è poco da vantarsi. Troppo inquinamento e, di conseguenza, troppe morti da NO2.

Il ‘primato’

Per l’Italia c’è Torino, con Parigi e Londra, città di estensione maggiore rispetto al capoluogo piemontese. Segue tra le più piccole città italiane Padova che si segnala per l’alta concentrazione media di PM2,5 e PM10.

I dati

In base ai dati del 2016, l’Italia risulta avere il valore più alto dell’Ue di decessi prematuri per biossido di azoto (NO2, 14.600), ozono (O3, 3000) e il secondo per il particolato fine PM2,5 (58.600). “Causa lo smog sono ben 372mila i decessi prematuri nell’Ue a 28, in calo dai 391mila del 2015″. Anche l’Italia, come altri Psi dell’Ue rispetto al 2015, quando l’Aea stimava i decessi prematuri per NO2 nel nostro paese a 20mila unità è in lieve miglioramento.

Aree rurali

Situazione tutt’altro che migliore nelle aree fuori città, le cosiddette rurali dove “vengono segnalati importanti superamenti dei limiti giornalieri di particolato registrati in sedici delle 27 centraline che hanno rilevato valori irregolari nell’Ue”. Tra queste, la Pianura Padana, dove i valori sono quasi sempre oltre la media.

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