Morti sospette all’ospedale di Piombino, ergastolo all’infermiera

Il giudice ha riconosciuto la colpevolezza della donna solo per quattro dei dieci decessi

Photo Lapresse/ Stefano Cavicchi

LIVORNO – Il gup del tribunale di Livorno Marco Saquegna ha condannato all’ergastolo Fausta Bonino, l’infermiera 57enne accusata dalla procura livornese di omicidio volontario plurimo e aggravato per le morti sospette di dieci pazienti. Avvenute nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Piombino (Livorno) tra il settembre del 2014 e il settembre del 2015.

La decisione del giudice

Il giudice ha accolto la richiesta del pm di Livorno, Massimo Mannucci, formulata nel corso della prima udienza del processo in rito abbreviato. Ma ha riconosciuto la colpevolezza della donna solo per quattro delle dieci morti sospette. In quanto in quei casi sarebbe stata accertata la sua presenza in reparto.

Le indagini sulle morti sospette all’ospedale di Piombino

Fausta Bonino, infermiera dell’ospedale Villamarina di Piombino fu iscritta nel registro degli indagati nel dicembre del 2015. E poi arrestata il 30 marzo del 2016. Perché sospettata di aver ucciso una serie di pazienti durante la loro degenza nel reparto di anestesia e rianimazione. Il 20 aprile 2016, il Tribunale del Riesame di Firenze annullò l’ordinanza di custodia in carcere. E Fausta Bonino fu rimessa in libertà.

Dosi eccessive di eparina hanno causato il decesso

La donna, secondo l’accusa, avrebbe pianificato e causato la morte di dieci persone – erano 13 all’inizio dell’inchiesta – mediante l’uso “deliberato e fuori dalle terapie prescritte” di eparina in dosi tali da “determinare il decesso” provocato da improvvise emorragie. Nel dicembre del 2017 la relazione degli esperti certificò come dieci delle morti sospette verificatesi nell’ospedale di Piombino nel periodo preso in esame fossero compatibili con la somministrazione di eparina.

La linea della difesa

L’infermiera, sospesa dall’Asl, si è sempre proclamata innocente. Il legale dell’infermiera, l’avvocato Cesarina Barghini, nel corso dell’arringa difensiva aveva chiesto al gup l’assoluzione della sua assistita. E, parlando con i giornalisti, aveva affermato che in caso di condanna, si sarebbe trattato del più grave errore giudiziario a Livorno.

Il medico è accusato di omicidio colposo plurimo

Lo scorso 18 gennaio il gup di Livorno, nell’accogliere la richiesta di giudizio abbreviato per l’infermiera, aveva deciso invece il rinvio a giudizio per Michele Casalis, primario del reparto di rianimazione di Piombino. Per il medico il capo d’imputazione è omicidio colposo plurimo. A lui, che per l’accusa non avrebbe vigilato sul rispetto dei protocolli terapeutici, sono contestate negligenza, imperizia e violazione dei protocolli terapeutici.

(LaPresse)

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