Musica, da oggi online il video di ‘Bottiglie rotte’ dei Subsonica

Da oggi è disponibile su Vevo/YouTube il videoclip di 'Bottiglie Rotte', il nuovo, attesissimo singolo dei Subsonica uscito in radio e digitale il 7 settembre.

Foto Alessandro La Rocca/LaPresse

Milano, 10 set. (LaPresse) – Da oggi è disponibile su Vevo/YouTube il videoclip di ‘Bottiglie Rotte’, il nuovo, attesissimo singolo dei Subsonica uscito in radio e digitale il 7 settembre. La band composta da Samuel, Max Casacci, Boosta, Ninja e Vicio è protagonista di un video, firmato dal visionario regista Donato ‘milkyesyes’ Sansone, perfettamente in tema con il brano. L’elemento chiave è lo schermo di uno smartphone che trasforma i membri del gruppo distorcendoli mediante effetti e filtri. Una follia visiva, un’iperbole sul continuo modificarsi per apparire in una realtà social che tende a sostituirsi al mondo reale. I Subsonica hanno scelto di collaborare con Donato Sansone, 43 anni, lucano, torinese d’adozione, videoartista, candidato ai César (i premi Oscar transalpini) noto per la clip da 150milioni di clic su Vimeo intitolata Ghostcrash. Una compilation di spaventosi incidenti di auto in viaggio su strade deserte, che all’improvviso si scontrano con muri fantasma.

 
così i Subsonica su “Bottiglie Rotte” 

Quando Andy Warhol, nella seconda metà degli anni ‘60, profetizzò “nel futuro tutti avranno diritto a 15 minuti di celebrità”, probabilmente non immaginava una quotidianità nella quale esercitare il ‘protagonismo’ h24. Forse sarebbe rimasto affascinato dall’universo sensoriale di esternazioni e autoscatti che ci vede quotidianamente tutti in vetrina. Chissà se avrebbe apprezzato un mondo nel quale a nessuno interessa più il ruolo di semplice spettatore, in cui i titoli vengono consumati al posto delle notizie, dove i segni vengono utilizzati svuotati del loro significato storico. In un mondo di star h24 pronte a mettersi in mostra sulla glassa dell’indifferenza, i giovani protagonisti di questa canzone domandano, tra cocci di bottiglie, “chiedimi come stai”. Ma anche, con cinica lucidità: “chiedimi o no che fa lo stesso”. “Raccontiamo come sempre quello che vediamo. Senza filtri o giudizi morali. Guardandoci intorno con l’ambizione di coinvolgere tutti, il più possibile, nella “lettura” delle cose del nostro tempo. Anche e soprattutto ballando”.

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