Napoli. Faida in centro, è la resa dei contiI boss frenano l’ascesa dei giovani

La guerra tra Case Nuove e Sanità si trascina da anni, vecchi attriti da sanare risolti con gli agguati

NAPOLI – E’ la resa dei conti, tra epurazioni interne e assalti alle cosche nemiche. E’ la resa dei conti perché ottantuno reperti di materiale balistico sull’asfalto di una strada ubicata in pieno centro città sono segnali chiari, lampanti, di un cortocircuito in atto non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche negli ambienti criminali. La faida tra clan nei vicoli ha raggiunto il punto di non ritorno. La mala delle Case Nuove e del Mercato è in contrasto aperto, da anni, con i reduci del clan Misso del rione Sanità. Sullo sfondo, l’ombra dello scontro tra i Mazzarella e l’Alleanza di Secondigliano, della quale fanno parte alcuni familiari di Nicola Moffa, il 18enne arrestato con l’accusa di aver tentato di uccidere Ciro Vecchione e la fidanzata (figlia di un killer ergastolano dei Quartieri Spagnoli), feriti in un agguato nella notte dell’11 dicembre nei pressi di via Foria. Poche ore prima di vedersi notificare l’ordinanza di custodia cautelare dalla Squadra Mobile, lo stesso Moffa, alias ’o Moffett, era stato vittima di un agguato che la Dda considera un regolamento di conti interno a un gruppo legato all’Alleanza di Secondigliano, sponda clan Contini. Il 18enne è vivo per miracolo. Nel corso del raid di piombo, tra via Ludovico da Casoria e corso Arnaldo Lucci, il commando ha esploso ottantuno colpi di pistola, con gli investigatori che, lungo il tragitto, hanno repertato 76 bossoli percossi e cinque cartucce inesplose. Un’azione di fuoco impressionante che avrebbe potuto provocare una carneficina. Tant’è che una passante, una donna di 68 anni, è rimasta colpita all’addome. Per l’agguato a Moffa sono stati arrestati Giuseppe Marigliano, alias Cavallo pazzo, e Jennssi Ortega. Sono ritenuti entrambi contigui agli ambienti del clan Contini.

Avrebbero agito per punire Moffa, a sua volta ‘discendente’ da una famiglia che di problemi con la giustizia ne ha avuti, e considerato dagli inquirenti un esponente di un secondo gruppo criminale operante alle Case Nuove. I vecchi boss frenano le avanzate dei giovani che ambiscono a diventare capi. Ragazzini che vengono sfruttati dalle cosche, fino a quando non danno fastidio, e che poi vengono puniti. La mala del rione delle palazzine popolari costruite circa 130 anni fa è in lotta anche su un altro versante: il rione Sanità, dove gruppetti di giovanissimi hanno preso le redini dei vecchi clan. E’ in questo contesto che è maturato l’agguato contro Ciro Vecchione, noto al grande pubblico per aver recitato nel film ‘La paranza dei bambini’, quasi una profezia a vederla al netto di quanto è accaduto negli ultimi tempi. Vecchione e Moffa (che si conoscono da anni e che, prima dell’agguato di dicembre, si sono anche incontrati per caso a Bucarest) per certi versi sono accomunati da destini simili: il giovane del rione Sanità è nipote di Ciro Armento (totalmente estraneo ai fatti raccontati), in carcere da decenni, detenuto per reati associativi di stampo camorristico, elemento di spicco del clan Misso. Nel corso delle indagini sul ferimento di Vecchione, gli inquirenti hanno appurato che nella zona di Piazza Mercato e delle Case Nuove è in corso una “fibrillazione effervescente degli instabili equilibri tra le forze criminali che si contendono il territorio, il più delle volte rette dalle giovani leve delle famiglie camorristiche di riferimento (clan Contini-Alleanza di Secondigliano da un lato e un gruppo della Sanità legato ai Mazzarella dall’altro), decimate dagli arresti e dalle esecuzioni di pena ormai definitive”. Vecchione fu ferito in un agguato già nell’agosto del 2021. Si trovava insieme a un coetaneo. Secondo il pool anticamorra quell’agguato sarebbe da collegarsi (anche se finora non sono stati individuati i responsabili) a quanto accaduto nell’aprile precedente, quando all’ospedale Vecchio Pellegrini furono ricoverati due minori con ferite d’arma da fuoco. I minorenni, che oggi sono maggiorenni, erano rispettivamente il figlio di Roberto Murano, alias Palli Palli, pezzo da novanta dei Contini, e Nicola Moffa, che all’epoca aveva poco meno di 16 anni. Nella notte del 9 aprile 2021, poi, fu data dalle fiamme l’abitazione del nonno di Ciro Vecchione. La faida che parte da lontano è alla resa dei conti.

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