Il Papa al fianco di don Patriciello nella lotta per una nuova Caivano

Il pontefice al sacerdote: “Bravo, coraggio, vai avanti”

Don Antonio Colucca e don Maurizio Patriciello

NAPOLI (an) – I problemi di Caivano e la lotta che da anni porta avanti don Maurizio Patriciello sono a cuore a Papa Francesco. La dimostrazione della vicinanza e dell’attenzione del Santo Padre alle criticità sociali che vive quell’area a nord di Napoli è arrivata con l’udienza che ieri ha concesso proprio a don Patriciello. Il sacerdote è entrato in Vaticano, ieri, con un altro prete di frontiera, don Antonio Coluccia, che opera a Tor Bella Monica, quartiere complicato della Capitale. Ai due il sommo pontefice ha sussurrato, facendo riferimento all’impegno profuso nelle loro missioni cristiane, nella loro lotta alle mafie: “Bravi, coraggio, andate avanti”. Hanno raccontato di aver trovato un Papa fisicamente sofferente, ma forte nello spirito, fiducioso nella Chiesa. Conclusa l’udienza, il prete di Caivano si è mostrato ancor più incoraggiato nella volontà portare a vanti la battaglia che conduce da anni: “Il Papa – ha detto – sapeva di noi e del nostro lavoro pastorale. Ci ha benedetti. Abbiamo fatto ritorno a casa – ha raccontato – io a Caivano, don Antonio a Tor Bella Monica, con più entusiasmo. Più desiderio di servire Dio e i fratelli che mette sul nostro cammino. Soli Deo Gloria”.
Quella che conduce don Patriciello è una lotta che dura da tantissimo tempo. Una missione che punta a strappare quel territorio dalla morsa dell’illegalità, dalla gabbia dello spaccio di droga e dalla violenza che genera. Un impegno che umanamente gli è costato e gli costa tanto. Un lavoro che lo ha reso agli occhi della criminalità organizzata un nemico da colpire. Ma don Patriciello è andato e andrà avanti. Dopo anni in cui a combattere con il sacerdote erano in pochi rispetto ai nemici da affrontare, adesso il governo in modo concreto ha deciso di dedicare a Caivano l’attenzione che merita. E così, gradualmente, da periferia nelle mani della camorra sta passando a territorio riqualificato e liberato dalla morsa della criminalità. Ed infatti Caivano, 35mila abitanti, incastonato nella provincia di Napoli (ma al confine con il Casertano), negli ultimi 6 mesi si è ritrovata a essere al centro dell’attenzione mediatica e delle politiche del Governo sul fronte della sicurezza.
La data spartiacque è il 24 agosto, quando emergono dettagli sconvolgenti di un evento avvenuto nel mese di luglio: due bambine di 10 e 12 anni, residenti nel Parco Verde, noto per le difficili condizioni di vita, sono state vittime di un atto inumano perpetrato da un gruppo di giovani, per lo più minorenni.
La comunità è scossa, ma si alza una voce che risuona più forte delle altre, quella del parroco della chiesa di San Paolo Apostolo nel Parco Verde, cioè quella di don Maurizio. Patriciello si rivolge pubblicamente alla premier Giorgia Meloni, chiedendo un intervento immediato dell’esecutivo nazionale. E la risposta arriva il 31 agosto, quando Giorgia Meloni visita il Parco Verde annunciando un piano ambizioso.
L’Esecutivo si impegna a recuperare e riqualificare Caivano attraverso un’azione sinergica dei ministeri. Il commissario Fabio Ciciliano viene nominato per coordinare gli sforzi. Una schiera di ministri segue l’esempio, tra cui Alfredo Mantovano, Matteo Piantedosi, Gennaro Sangiuliano, Andrea Abodi, Daniela Santanché, Anna Maria Bernini, Paolo Zangrillo, Carlo Nordio, Francesco Lollobrigida, Giuseppe Valditara e ieri è toccato anche ad Alessandra Locatelli.
Un simbolo di rinascita è individuato nel recupero dell’ex centro sportivo Delphinia, teatro di una delle violenze. Il 7 settembre il Consiglio dei ministri approva il ‘Decreto Caivano’, con misure urgenti per contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa e la criminalità minorile.
Parallelamente, l’azione giudiziaria prende forma: il 26 settembre vengono arrestati 9 giovani, 7 dei quali minorenni, responsabili delle violenze contro le bambine. Il 10 ottobre, altre 9 persone, compresi membri dell’ex amministrazione comunale, sono fermate nell’ambito di un’inchiesta sui legami tra politica e camorra. Il 16 ottobre il Consiglio dei ministri scioglie il Comune di Caivano per infiltrazioni camorristiche. Il prefetto di Napoli nomina una commissione straordinaria per gestire l’Ente per 18 mesi, con l’obiettivo di ripristinare la legalità.
La rinascita di Caivano è un cammino lungo e difficile, ma la determinazione della comunità e l’azione incisiva del Governo segnano il primo passo verso un futuro migliore..
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