Napoli, i capicorrente vogliono un rimpasto nel Pd

In bilico i delegati Barbato, Acampora, Esposito e Pecoraro. Dopo le nomine delle giunte municipali si apre la resa dei conti

NAPOLI – C’è una nuova faida in vista nel Partito democratico di Napoli. Dopo le dimissioni forzate del capogruppo Aniello Esposito, volute in primis dal segretario Marco Sarracino, e viste le dimissioni del deluchiano-casilliano Leo Annunziata dalla segreteria regionale dem, è solo questione di tempo prima che la guerra esploda anche nel capoluogo.

Il pretesto già c’è e accreditate fonti dem spiegano “che chiuse alcune scadenze politiche come le giunte municipali, i capicorrente inizieranno a chiedere conto anche delle vicende interne. E’ fisiologico, tra un anno ci sono le Politiche”. Il pretesto è molto semplice: in questo momento Sarracino ha alcuni membri di segreteria eletti in consiglio comunale, altri nominati negli staff degli assessori. Si tratta dei due consiglieri comunali Gennaro Acampora e Pasquale Esposito. Di solito, chi viene eletto nel in assemblea diventa “di parte”, dunque il pretesto per chiederne la sostituzione c’è. Ancor di più per altri tre membri dell’esecutivo metropolitano. Salvatore Barbato è staffista dell’assessore Paolo Mancuso, Ilaria Esposito di Teresa Armato, Salvatore Pecoraro di Pier Paolo Baretta. Ad esempio, durante una direzione di qualche settimana fa, la consigliera regionale Bruna Fiola ha definito Barbato “il segretario di Mancuso”. Un messaggio o una semplice gaffe? Chi può dirlo. Fatto sta che un problema politico c’è, Sarracino finora ha preso tempo e non ha mai sollevato la vicenda chiaramente, perché andare a toccare la composizione della segreteria metropolitana significherebbe aprire nuove trattative, un fronte interno che nessuno sa dovre potrebbe portare. Ma oggi, dopo quanto accaduto e con le elezioni per il Parlamento che si avvicinano, saranno gli altri a sollevare la questione. Anche perché si vota in importanti Comuni della provincia come Portici, Pozzuoli e tanti altri. L’interesse è fortissimo. Soprattutto quello dei consiglieri regionali, da Mario Casillo a Massimiliano Manfredi e Fiola compresa. Ma anche per parlamentari come Lello Topo e Valeria Valente. E chiaramente per i De Luca, Vincenzo e Piero compresi. Che non aspettano altro che un pretesto per aprire una nuova battaglia contro Sarracino, unico vero argine al deluchismo campano. Dentro e fuori dal Pd.

C’è poi un problema nel problema, se così si può definire. Mancuso è assessore all’Ambiente nella giunta di Gaetano Manfredi, ma è anche il presidente provinciale del partito. I ruoli, per statuto, non sono affatto incompatibili. Ma questo non vieta ai capicorrente di sollevare una questione di opportunità politica.

Come dicevamo, questa è una battaglia che non è ancora incominciata. E’ più un deterrente, per ora, in vista di alcuni appuntamenti. In primis la scelta degli assessori e vicepresidenti di Municipalità, che in quota parte andranno al partito. I tempi si allungano ancora, ma per la metà di aprile finalmente i presidenti avranno le proprie giunte. Compito di Sarracino, ora, è quello di non scontentare nessuno. Impresa ardua.

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