Napoli, i De Luca Bossa adesso rischiano una ‘scissione’

NAPOLI – Guerra nel quartiere Ponticelli e non solo. Il clan De Luca Bossa rischia di spaccarsi. Un gruppo di fedelissimi (ragazzi di Volla, già sul libro paga della cosca) sta tentando la scissione dai vertici di Ponticelli: vuole formare un gruppo autonomo a Volla, perché non riconosce i nuovi ras dei De Luca Bossa (molti da poco usciti dal carcere e ‘troppo giovani’ per destreggiarsi in una faida). Insomma tira una brutta aria al Lotto 0.

Rischio faida

I ‘separatisti’ avrebbero già avviato da giorni dimostrazioni di forza contro i De Micco-De Martino, per guadagnare terreno e far capire che loro – invece – fanno sul serio. Non solo. Hanno superato il limite consentito. L’agguato poche settimane fa al rione De Gasperi a uno dei capi dei De Luca Bossa (fuggito in moto) si inserirebbe in questa dinamica. I vertici non l’hanno presa bene. Non era dunque un assalto dei rivali De Micco-De Martino, ma un attacco-avvertimento dell’ala scissionista.

Il punto di non ritorno

L’omicidio di Alessio Bossis a Volla segna un punto di non ritorno. Anche perché è un rompicapo per gli investigatori. Difficile capire da chi sia partito l’attacco. Di certo non è una lite degenerata nel parcheggio del centro commerciale a Volla. Lo hanno accertato i carabinieri, che hanno effettuato i rilievi. Tutto era stato studiano nei dettagli: una esecuzione. Ma orchestrata da chi? Per gli inquirenti, Bossis era vicino agli ambienti dei De Luca Bossa, che sono in guerra con i De Micco-De Martino. Ad oggi nessuno sa chi ‘comandi’ a Ponticelli. La partita è di nuovo aperta e nessun clan primeggia sugli altri. Anzi, la frammentazione genera frizioni continue. Ed è peggio. Prima negli ambienti criminali tutti sapevano tutto. Si diceva: “Ora in strada ci sono i De Micco, è uscito Bodo”. Ma adesso non è più così. Una evoluzione continua. Così i raid e gli avvertimenti. L’auto incendiata con sopra al tettuccio un water per offendere i De Micco-De Martino. Poi i raid incendiari. Le mitragliate davanti alle palazzine popolari. Ma anche agguati. E l’escalation prosegue in queste ore. Sparano quasi ogni due-tre giorni.

Tensione alle stelle

Ieri notte raccontano c’era una fitta nebbia a Ponticelli. Non si vedeva a un metro. I killer forse non sono usciti in moto in condizioni proibitive come queste. Ma non è escluso che invece qualcosa sia successo e che siano stati coperti dalla coltre di nebbia. Solo chi abita nei rioni popolari sa cosa accade prima dell’alba. Di certo la tensione è salita alle stelle. E pesano i ritorni nel quartiere di Francesco De Martino e Christian Marfella, come l’arresto di Marco De Micco. I De Luca Bossa-Minichini faranno di tutto per evitare la scissione, in un momento così delicato come una faida di camorra. Ma gli eventi non sono prevedibili. Resta per gli inquirenti una sequenza da brivido di stese e assalti armati. E’ il segno che i clan siano andati molto oltre. Troppo avanti, per sperare in una tregua. Nessun accordo è possibile.

La polveriera

Lo raccontano i fatti di cronaca nelle ultime ore. Il quartiere Ponticelli è diventato una polveriera a cielo aperto. Se ne accorgono agenti e carabinieri, che pattugliano il territorio. La sera cala il coprifuoco in molti isolati: qui si temono raid a colpi di pistola. Intanto batterie di centauri sorvegliano gli ingressi dei rioni e c’è il sospetto che siano armati. Ora tutto può succedere e le forze dell’ordine non vogliono farsi trovare impreparate.

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