Nei negozi sprint sui prodotti alla spina

NAPOLI – Ridurre gli imballaggi e aiutare il pianeta. Il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gavia ha annunciato un’importante misura. Il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica ha pubblicato le graduatorie delle imprese che nel 2022 hanno fatto richiesta di contributo, a titolo di rimborso, per la vendita di prodotti sfusi o alla spina, avviando così una prima sperimentazione per la riduzione degli imballaggi dei prodotti alimentari.

Si tratta di una misura predisposta in attuazione della Legge 141 del 2019, la cosiddetta legge clima, che, nelle annualità 2021 e 2022, ha messo a bando un contributo economico a fondo perduto per esercizi commerciali di vicinato di media e grande distribuzione finalizzato alla predisposizione di spazi dedicati alla vendita di prodotti sfusi o alla spina o per l’apertura di nuovi negozi che abbiano previsto esclusivamente la vendita di prodotti sfusi. In totale sono stati ammessi a finanziamento 178 esercizi commerciali distribuiti in tutta Italia, che dovranno essere monitorati nei prossimi tre anni.

“Siamo in presenza di una progettualità che, numeri a parte, è chiaramente di grande rilievo sperimentale – commenta Gava – Questo bando permetterà, infatti, non solo di verificare l’impatto sulla prevenzione dei rifiuti urbani ottenuto dal cambiamento delle abitudini di acquisto dei consumatori attraverso l’uso dei prodotti sfusi, ma anche di testare il livello di sensibilizzazione su tali tematiche e rilevare i principali ostacoli incontrati dagli esercenti per una sua diffusione su larga scala, sì da mettere a punto, di concerto, una strategia finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli imballaggi non utili”.

IMPATTO AMBIENTALE
Secondo le stime di Altroconsumo il settore degli imballaggi assorbe grandi quantità di materia prima vergine (40% della plastica e 50% della carta utilizzate in Europa vanno in imballaggi) e i rifiuti di imballaggio costituiscono il 36% dei rifiuti solidi urbani. Se è vero che nei tassi di raccolta e riciclo degli imballaggi gli obiettivi europei sono stati raggiunti (e l’Italia è senza dubbio tra i Paesi UE che riciclano meglio), è vero anche che ogni cittadino europeo produce annualmente quasi 180 kg di rifiuti di imballaggio e che i flussi di questi materiali sono sempre aumentati negli ultimi 20 anni: da 66 milioni di tonnellate nel 2009 a 80 milioni di tonnellate nel 2020 (+20%). In Italia produciamo oltre 215 kg di rifiuti di imballaggio pro capite all’anno e ne ricicliamo 146 kg all’anno (il 67%) . Diventa quindi necessario invertire la tendenza all’aumento della produzione dei rifiuti di imballaggio: riciclare non basta, bisogna cominciare a ridurre la produzione di rifiuti di imballaggio e migliorare drasticamente il reimpiego e il riciclo, per non ricorrere sempre a materie prime vergini nella produzione di nuovi imballaggi.

PRODOTTI ALLA SPINA
Le confezioni di plastica non necessarie rappresentano la causa dei principali danni all’ambiente di cui siamo responsabili ogni giorno. Per evitare di abusare dell’uso della plastica occorrerebbe rinunciare alla spesa classica e decidere di acquistare alimenti e detersivi alla spina. Il sistema è semplice. Si prendono i propri contenitori e ci si reca nei negozi e comprare casse di prodotti sfusi, che solitamente sono sempre più convenienti. Anche per fare la spesa al mercato si può adottare la stessa strategia, utilizzando una cassetta e rinunciando ai sacchetti vengono dati dai venditori. I detersivi e i saponi alla spina, i legumi secchi al posto di quelli in lattina o nei barattoli non solo sono soluzioni convenienti per l’ambiente, ma anche per la qualità e per le tasche.

FORMATO FAMIGLIA
Un altro sistema per evitare di immettere nel ciclo dei rifiuti materiali superflui è scegliere di acquistare prodotti in confezioni più grandi, le cosiddette confezioni ‘risparmio’. Ad esempio una confezione di detersivo per i piatti da 5 litri, una crema per le mani da 100 millilitri, invece che da 50. In questo modo finirà nella pattumiera meno plastica. Stesso discorso per shampoo e bagnoschiuma: si può conservare una confezione più piccola da usare quotidianamente e rifornirla con le materie prime acquistate nel formato famiglia.

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