A cantare vittoria ora siano i tifosi

L'intervento del presidente della Commissione Mobilità e Infrastrutture del Comune di Napoli

De Laurentis si è recato a Palazzo San Giacomo e ha aderito alla convenzione, mai firmata nel 2015, per l’utilizzo dello Stadio San Paolo per due anni. Per chiarire i tanti dubbi e per evitare inutili quanto dannosi fraintendimenti, vorrei esporre brevemente il contenuto di questa convenzione. Il patto di “concessione in uso di bene patrimoniale indisponibile” era piuttosto vantaggioso per il Calcio Napoli. Il Comune avrebbe dovuto pagare tutte le manutenzioni ordinarie e straordinarie, per rendere lo stadio compatibile con i regolamenti Uefa e per ospitare match internazionali dove giocava il Calcio Napoli e dal quale “guadagnava” solo il club. La gestione della pubblicità sull’impianto (che riguarda quella cartellonistica, fonica, video) aveva un patto fortemente vantaggioso per la squadra azzurra: appena il 4% degli introiti sarebbe dovuto andare all’amministrazione comunale, esclusi gli introiti per la vendita delle pubblicità installate nelle aree coperte dal campo (spogliatoi, salette riservate, bouvette, eccetera). De Laurentiis è proprietario di tutti i diritti di riproduzione, commercializzazione e proiezione delle immagini girate al San Paolo di Fuorigrotta senza dovere un centesimo al Comune. Per il campionato di calcio, la Ssc Napoli avrebbe dovuto pagare il 6% sugli incassi netti delle partite di serie A Tim e di Champions League (articolo 12) ed il 6% sugli abbonamenti fino ad un tetto massimo di 100mila euro ed in più la manutenzione del terreno di gioco, salette riservate, spogliatoi, biglietterie e così via (Articolo 3 della convenzione). Il Comune avrebbe dovuto garantire la manutenzione dell’impianto e delle coperture realizzate nel 1990 in occasione dei Mondiali di Calcio in Italia. Il Comune si impegnava inoltre a presidiare la viabilità nella zona con circa 120 agenti di Polizia Municipale per ogni partita, pagando i relativi straordinari agli agenti, la pulizia dell’impianto, disponendo col suo personale (60 addetti) l’apertura e la chiusura dei cancelli. Si impegnava a pagare l’acqua, il gas per gli impianti di riscaldamento e l’energia elettrica. Gli steward erano a carico della Ssc Napoli. La firma di questa convenzione ‘scaduta’, anche se con enorme ritardo, è un segnale molto positivo da parte della Società sportiva calcio Napoli. Questa firma conferma il principio cardine sul quale si basa il nostro sistema democratico è cioè: che la legge è uguale per tutti! Mi auguro che adesso nessuno canti vittoria e soprattutto che nessuno strumentalizzi più questa vicenda per tornaconto personale o di bottega. A cantare vittoria, ci aspettiamo che presto tornino a farlo i tifosi ed i cittadini napoletani. Forza Napoli sempre.

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