Noemi, stasera si proverà a staccare il respiratore artificiale

I piccoli miglioramenti delle ultime ore potrebbero aprire al tentativo dei medici di valutare la respirazione autonoma della piccola

NAPOLI – Si prega e si attende. Speranzosi, aspettando un nuovo bollettino medico che sia positivo o comunque meno grave rispetto a quelli precedenti. Noemi, la piccola di 4 anni ferita la scorsa settimana in piazza Nazionale, continua a lottare come un leone. E dal Santobono, dove è ricoverata da 7 giorni, qualche sensazione positiva inizia a respirarsi. Con cautela, certo, ma sempre importante. Perché, anche se piccoli, i miglioramenti nella situazione clinica della piccola Noemi sono significativi. La bimba era stata trafitta ad entrambi i polmoni da un proiettile vagante e le sue condizioni sono parse sin dal primo momento assai critiche.

L’assistenza dei medici alla piccola Noemi

Ma ha trovato ad accoglierla un’equipe medica di alto livello che la segue costantemente, giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo. Ieri un piccolo passo in avanti è stato fatto, oggi potrebbe esserci una svolta. Perché 24 ore fa sono stati eliminati, tramite una broncoscopia, alcuni coaguli che ostruivano i bronchi che alimentano il polmone di sinistra. Quest’ultimo risulta il più danneggiato mentre il polmone destro presenta una regolare attività. Ecco il motivo per il quale nelle prossime ore dovrebbe essere effettuato un tentativo davvero importante. Quello di staccare la bimba dal respiratore artificiale che l’ha aiutata fino ad oggi per provare a vedere come reagirà con il ritorno alla respirazione autonoma.

Le speranze

Tentativo che, stando alle indiscrezioni che giungono dal nosocomio del Vomero, dovrebbe essere effettuato questa sera. Tutto procede con molta gradualità, perché è necessario non fare alcun passo senza prima valutare perfettamente la situazione, in ogni minimo dettaglio. Le speranze aumentano. Quelle della gente, che giorno e notte continua a riunirsi davanti al Santobono per far sentire alla piccola la propria vicinanza, il proprio calore, quella dell’equipe medica che continua ad assistere quel corpicino che combatte. E non ha voglia di arrendersi.

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