Omicidio fuori lo stadio Maradona, i retroscena

Foto LaPresse / Marco Cantile

NAPOLI – Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Bagnoli e degli uomini della Dda si sono rivolte subito nel controllo dello spaccio di stupefacenti a Pianura, la zona di cui Enrico Marmoreo era originario. Il 25enne ammazzato con otto colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica in piazzale D’Annunzio, a pochi passi dallo stadio Maradona, aveva precedenti per stupefacenti. Arrestato nell’agosto del 2015 perché trovato in possesso di tre chili di droga, una volta tornato in libertà, pare che Marmoreo sia tornato a frequentare gli ambienti legati allo spaccio di stupefacenti. Secondo gli investigatori, il 25enne era ritenuto vicino al gruppo degli Esposito-Marsicano, che negli ultimi mesi hanno dato vita a una guerra con i Carillo, eredi del clan Pesce-Marfella, per il controllo delle piazze di spaccio. E’ possibile che l’omicidio del 25enne debba essere inquadrato nella faida tra i sodalizi che si contendono il mercato degli stupefacenti a Pianura, zona di Napoli in cui nelle ultime settimane si sono registrate fibrillazioni. Secondo gli investigatori, pochi giorni fa ci sarebbe stato un pestaggio di un uomo ritenuto vicino ai Carillo. Non è escluso che l’omicidio Marmoreo sia stata la risposta degli eredi dei Pesce-Marfella. Per il momento si tratta soltanto di ipotesi. L’unica certezza riguarda la volontà degli uomini della Dda e dei carabinieri della Compagnia di Bagnoli, i primi a scoprire la Fiat 500 con il cadavere di Enrico Marmoreo nell’abitacolo della vettura, di accendere i riflettori su quanto stia avvenendo a Pianura. Dopo gli arresti che hanno messo all’angolo la cosca dei Pesce-Marfella, alcune piazze di spaccio sono rimaste vuote. Se le contendono gli Esposito Marsicano e i Carillo, i quali, secondo gli inquirenti, hanno una potenza di fuoco superiore ai rivali. Nel frattempo c’è da registrare un numero maggiore di segnalazioni di spari e della presenza di persone armate sui tetti degli edifici. Pochi giorni fa alcune volanti della polizia si fiondarono in via Torricella, perché allertate dalle telefonate dei residenti, preoccupati dalla vista di uomini armati sui tetti dei palazzi. Il blitz delle forze dell’ordine, però, si concluse con un nulla di fatto, perché all’arrivo dei poliziotti, gli uomini visti con le pistole in pugno, si dileguarono senza lasciare traccia. Nessuno, però, pensava che dopo le stese e gli atti dimostrativi della settimana scorsa potesse esserci un’escalation di violenza tale da portare al pestaggio di uno dei Carillo e soprattutto all’uccisione di Enrico Marmoreo, considerato vicino agli Esposito-Marsicano. L’agguato nella notte tra sabato e domenica mette in allerta le forze dell’ordine e soprattutto gli abitanti di Pianura. Il rischio che la faida possa mietere altre vittime è concreto. Nel caso l’uccisione del 25enne fosse legata allo spaccio di droga, adesso bisognerà attendere la risposta degli Esposito-Marsicano. Il numero dei morti potrebbe crescere così come la paura tra gli edifici di Pianura. Per scoprire chi ha ammazzato Enrico Marmoreo e per far sentire ai clan e ai residenti la presenza dello Stato, da domenica i controlli a Pianura sono aumentati ancora di più. Le forze dell’ordine intendono fermare la scia di sangue che ha già portato alla morte di Enrico Marmoreo. Il nome del 25enne non era nuovo alle forze dell’ordine e ai gruppi dediti allo spaccio di droga. Le modalità con cui è stato ucciso, ovvero crivellato con 8 colpi di pistola fanno pensare a un’esecuzione in piena regola. Eppure il 25enne era segnalato come un soggetto che mirava a rientrare nello spaccio di droga, approcciando con il gruppo degli Esposito-Marsicano con un profilo basso. Con ogni probabilità, vista l’efferatezza con cui è stato ucciso, Enrico Marmoreo prima di morire ha avuto il tempo di fare uno sgarro a qualcuno. Un’onta da lavare col sangue. L’ipotesi è che il 25enne abbia subito messo in conto di abbandonare il profilo basso per puntare subito in alto. Non glielo hanno permesso. I sicari l’hanno ammazzato con otto colpi di pistola prima che tornasse a casa nella notte tra sabato e domenica. Sul perché ci sono solo ipotesi. Alle forze dell’ordine il compito di scoprire la verità. L’autopsia che verrà effettuata sul corpo di Enrico Marmoreo, i rilievi che verranno effettuati sulla Fiat 500 ritrovata in piazzale D’Annunzio e le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate all’esterno dello stadio Maradona di Fuorigrotta aiuteranno gli inquirenti a far luce sul delitto che ha macchiato di sangue la Pasqua dei napoletani, soprattutto di quelli residenti a Fuorigrotta e a Pianura.

Enrico Marmoreo
Enrico Marmoreo

Si fa largo la pista della trappola

Sono tante le ipotesi formulate dagli inquirenti, al lavoro per ricostruire tutti i passaggi che hanno portato all’uccisione di Enrico Marmoreo nella notte tra sabato e domenica. Il 25enne, ritenuto vicino al gruppo degli Esposito-Marsicano, in guerra con i Carillo per il controllo dello spaccio di droga a Pianura, è stato ritrovato cadavere all’interno della sua Fiat 500 nei pressi dello stadio Maradona. E’ possibile, infatti, che Enrico Marmoreo abbia risposto all’invito di una persona che conosceva bene e di cui si fidava. All’appuntamento, però, si sono presentati i sicari che hanno premuto il grilletto 8 volte, uccidendolo sul colpo. La pista della trappola è una delle ipotesi vagliate dai carabinieri della Compagnia di Bagnoli e dagli uomini della Dda, i quali sono intenzionati a porre l’omicidio Marmoreo tra la faida di Pianura per il controllo delle piazze di spaccio. Nella zona di cui il 25enne era originario, c’è fibrillazione da giorni. Venerdì gli agenti del Commissariato Pianura, durante il servizio di controllo del territorio, hanno controllato uno stabile in via Evangelista Torricelli dove hanno rinvenuto, tra alcuni cumuli di materiale di risulta, due giubbotti  tattici militari “combat jacket”, due maschere rigide e, in un vano ricavato nella controsoffittatura dell’androne, tre involucri con 34 grammi circa di marijuana. I poliziotti, in un altro edificio lungo la stessa strada, hanno rinvenuto, nel sottoscala, due caschi muniti di accessori per occultare il viso mentre, nella controsoffittatura dell’ingresso, altri tre involucri contenenti 33 grammi circa della stessa sostanza, la fotocopia di una targa di un motoveicolo e una pistola revolver a salve priva di tappo rosso.

L’arresto nel 2015

Per riuscire a scoprire qualcosa in più sull’omicidio Marmoreo, i carabinieri della Compagnia di Bagnoli e gli uomini della Dda stanno scavando nel passato del 25enne ammazzato a colpi di pistola nella notte tra sabato e domenica. Il 2 agosto del 2015, Enrico Marmoreo venne arrestato dalle forze dell’ordine perché trovato in possesso delle chiavi di un deposito di Pianura. All’interno erano stipati tre chili di droga, uno scooter che risultò rubato  e due mila euro in contanti. E’ possibile che in passato il 25enne sia stato il custode di uno dei clan operanti nella zona. Negli ultimi tempi, Enrico Marmoreo era segnalato come persona vicina agli Esposito-Marsicano, gruppo che sta contendendo ai Carillo, eredi dei Pesce-Marfella, il controllo delle piazze di spaccio di Pianura. L’omicidio del 25enne potrebbe essere inquadrato nella faida di Pianura.

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