Operazione antidroga a Tor Bella Monaca: 20 arresti

Tutti italiani i destinatari del provvedimento. Tra loro anche tre donne

ROMA – Non accenna a diminuire l’attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti nella Capitale. Questa volta è stata la ‘piazza’ di via Dell’Archeologia nel quartiere di Tor Bella Monaca ad essere teatro dell’operazione. Dopo quella che era stata definita ‘Ferro di Cavallo’ e che, a fine ottobre, aveva visto l’arresto di 16 persone, un nuovo importante risultato nelle indagini dei carabinieri. In quell’occasione era stata di fatto smantellata un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. 

I dettagli dell’operazione a Tor Bella Monaca

Questa mattina, invece, sin dalle prime luci dell’alba, i carabinieri della compagnia di Frascati hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare che ha consentito l’arresto di 20 persone, tutte italiane, tra cui anche tre donne: in totale 15 sono finite in carcere e 5 ai domiciliari. Era stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ed è stata destinata ad appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina soprattutto), radicata in tutta la città ma con base operativa e logistica nel quartiere di Tor Bella Monaca. 

I risultati delle indagini 

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione di Roma Tor Bella Monaca sotto le direttive della Dda e hanno consentito di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico di cocaina tra le palazzine popolari di via Dell’archeologia. Un’attività ben strutturata, con specifici ruoli all’interno e capace di produrre un giro d’affari pari a circa 200mila euro mensili. L’organizzazione, secondo quanto raccolto dopo lunghe e articolate indagini, operava secondo un vero e proprio modello aziendale. Turni e mansioni ben ripartite con ‘vedette’ che avevano, da un lato, il compito di indirizzare i clienti verso i pusher nascosti negli androni dei vari palazzi e, dall’altro, quello di avvisare i complici in caso di arrivo delle forze dell’ordine. Altri, invece, si occupavano del rifornimento degli involucri di cocaina e della raccolta degli incassi. 

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