Pakistan, omicidio Sana Cheema: tutti assolti. Salvini: “Scriverò al ministro”

Sdegno del Ministro dell'Interno

LP - AFP PHOTO / BANARAS KHAN

MILANO – Tutti assolti in Pakistan al processo per l’omicidio di Sana Cheema. La giovane italo-pakistana, che viveva a Brescia, era stata uccisa il 18 aprile del 2018 a Mangowal, sua città di origine, dove sarebbe stata convinta ad andare per costringerla a nozze combinate. Pare però, secondo quanto emerso allora, che la ragazza si fosse rifiutata e che volesse sposare un altro uomo.

Per il caso erano stati arrestati il padre della 25enne, lo zio e il fratello. Ma la Corte distrettuale del Gujarat ha deciso di assolvere tutti per insufficienza di prove e mancanza di testimoni. Il giudice Amir Mukhtar Gondal, così, dopo 11 mesi di processo ordinato il rilascio del padre Ghulam Mustafa Cheema, dello zio Mazahar Cheema e del fratello Adnan.

Sdegno del Ministro dell’Interno

La famiglia aveva inizialmente riferito di una morte per cause naturali e, scrivono i media pakistani, aveva anche presentato dei documenti falsi all’ambasciata italiana. L’autopsia, però, aveva rivelato che la giovane era stata strangolata a morte e aveva l’osso del collo rotto. Dalla polizia, nel corso delle indagini, emerse che il padre di Sana Cheema e il fratello avevano confessato; così i media pakistani cominciarono a parlare di delitto d’onore. Il padre, però, ritrattò poco dopo in un’intervista a Repubblica: “Non è vero che abbiamo confessato”, disse.

La notizia dell’assoluzione ha sollevato un’ondata di reazioni politiche. “Che vergogna! Se questa è ‘giustizia islamica’ c’è da aver paura”, ha commentato il ministro dell’Interno, Mattero Salvini. Annunciando che scriverà al collega pakistano “per esprimere il rammarico del popolo italiano”. E sul caso ha twittato anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Assolti per mancanza di prove padre, zio e fratello di Sana, 25enne italo-pachistana uccisa perché voleva sposare un italiano. L’ennesima ingiustizia a danno di una ragazza vittima dell’integralismo islamico che aveva come unica colpa quella di amare un occidentale”. “Credo che le nostre autorità diplomatiche debbano pretendere chiarimenti dal Pakistan su questa opaca vicenda giudiziaria. E a tal fine depositerò una interrogazione nei prossimi giorni”, ha assicurato dal canto suo il capogruppo Pd in commissione Giustizia della Camera, Alfredo Bazoli.

(LaPresse)

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