La scrivania di Piffetti torna a Palazzo Chiabese dopo 70 anni

Era stata venduta illecitamente nel Dopoguerra. E' stata in Francia, Svizzera e negli Stati Uniti

TORINO – Una scrivania realizzata dal maestro ebanista settecentesco Pietro Piffetti è ritornata in Italia, a palazzo Chiabese. Un’indagine dei carabinieri ha permesso di ricostruire tutti gli spostamenti del mobile del valore di oltre due milioni di euro: nel dopoguerra è stata trasportata prima in Francia e poi in Svizzera. Successivamente ha raggiunto gli Stati Uniti dove è stata esposta anche al Metropolitan Museum of Art di New York.

Gli intarsi preziosi hanno agevolato il riconoscimento

La scrivania era stata commissionata per una delle sale del palazzo dall’architetto Benedetto Alfieri. E’ realizzata in doppio corpo, con intarsi in madreperla e avorio, particolari che hanno aiutato nel riconoscimento di una delle opere più importanti realizzate dal maestro Piffetti.

Ha fatto tappa in Francia, Svizzera e negli Stati Uniti d’America

I bombardamenti della seconda guerra mondiale non l’hanno danneggiata. Alla fine del periodo bellico è stata venduta illecitamente e ha iniziato il suo girovagare per l’Europa e successivamente ha attraversato l’Atlantico. I carabinieri hanno rintracciato il provato possessore che ha poi deciso di restituire la scrivania all’Italia. E’ stata riposizionata a palazzo Chiabese.

Il commento del ministro Alberto Bonisoli sul recupero della scrivania

L’eccezionale recupero della pregiata scrivania del ‘700, realizzata da Pietro Piffetti, importante maestro ebanista del periodo sabaudo – ha dichiarato il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli – è frutto di un’intensa attività investigativa degli uomini e delle donne del Comando Tutela Patrimonio Culturale”. Il ministro ha sottolineato che è stato svolto un lavoro impegnativo e delicato, con la collaborazione e il sostegno del funzionari del Mibac, per restituire alla collettività un capolavoro dell’arte italiana illecitamente sottratto al patrimonio dello Stato.

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