Papa ai giovani: “Mordete la vita, lottate, sognate, fate chiasso”

Non piangersi addosso. Fare chiasso, mordere la vita, continuare a lottare per proteggere l'ambiente, mantenere una coscienza critica libera.

CITTA’ DEL VATICANO – Non piangersi addosso. Fare chiasso, mordere la vita, continuare a lottare per proteggere l’ambiente, mantenere una coscienza critica libera. Questo Papa Francesco si augura per i ragazzi del mondo, nella giornata della Gioventù, che si celebra nella ricorrenza di Cristo Re.

Nella Basilica di San Pietro gremita di ragazzi, si alza l’appello di Bergoglio: “Amici, non siamo qui per farci incantare dalle sirene del mondo, ma per prendere in mano la nostra vita, per viverla pienamente!”. Soprattutto, il Papa chiede di non smettere di sognare, perché “un giovane che non è capace di sognare, poveretto, è diventato vecchio prima del tempo”. No quindi a “vivere addormentati o anestetizzati”, e vale anche per la Chiesa: “abbiamo bisogno di sognare e dell’entusiasmo”.

La riflessione di Francesco orienta il cammino verso la Giornata Mondiale della Gioventù 2023 a Lisbona. L’invito è a guardare nelle visioni notturne, cioè: “avere occhi luminosi anche dentro le tenebre, non smettere di cercare la luce in mezzo alle oscurità che portiamo nel cuore e vediamo attorno a noi. Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire, no, per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure, questo è il pericolo, di rinchiuderci nei nostri pensieri a piangerci addosso”.

Poi il Papa li ringrazia tutti per le lotte e la passione, “per quando siete capaci di portare avanti i sogni con coraggio, per quando non smettete di credere nella luce anche dentro le notti della vita, per quando vi impegnate per rendere più bello e umano il nostro mondo. Grazie per quando coltivate il sogno della fraternità, per quando avete a cuore le ferite del creato, lottate per la dignità dei più deboli e diffondete lo spirito della solidarietà e della condivisione”. Per la recita dell’Angelus si fa accompagnare da un ragazzo e una ragazza di Roma, in rappresentanza di tutta la gioventù capitolina. Tutti , dice, devono sentirsi “parte viva della Chiesa, protagonisti della sua missione”.

di Maria Elena Ribezzo

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