Paralimpiadi, giù il sipario su un edizione record per gli azzurri. Pancalli: “Orgogliosi”

Cala il sipario su un'edizione delle Paralimpiadi memorabile per l'Italia. La chiusura è stata degna dello spettacolo che ci hanno offerto gli azzurri lungo i 12 giorni di gare in terra giapponese: la tripletta nei 100 metri femminili, un'impresa che resterà nella storia, firmata dal 'trio delle meraviglie' Ambra Sabatini, Martina Caironi Monica Contrafatto.

MILANO – Cala il sipario su un’edizione delle Paralimpiadi memorabile per l’Italia. La chiusura è stata degna dello spettacolo che ci hanno offerto gli azzurri lungo i 12 giorni di gare in terra giapponese: la tripletta nei 100 metri femminili, un’impresa che resterà nella storia, firmata dal ‘trio delle meraviglie’ Ambra Sabatini, Martina Caironi Monica Contrafatto. Podio che ha consentito al medagliere azzurro di rientrare da Tokyo con la bellezza di 69 podi, mai così tanti: 14 ori, 29 argenti, 26 bronzi. Nono posto nel medagliere complessivo e Italia sul podio almeno una volta in ben undici discipline. Una spedizione semplicemente trionfale, che ha scritto nuove, indimenticabili pagine in un’estate di sport che ricorderemo per sempre. E che rende orgoglioso il numero uno del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli: “Il risultato di ieri è stato la più bella istantanea con cui chiudere una Paralimpiade straordinariamente bella per i risultati e per aver regalato dalla testimonianza di ogni singolo atleta l’immagine dell’Italia più bella, del Paese che sta tentando faticosamente di uscire dalla pandemia”, ha spiegato nella conferenza stampa in cui ha tratto il bilancio di questi Giochi. Un bilancio che “non può che essere più che positivo. Il risultato in termini di medaglie ci inorgoglisce, ma al di là di ciò voglio far risaltare che questo è il frutto di un lavoro molto duro, di sacrifici e di umiltà ed è ancora più importante perché oltre i numeri proviene da 11 discipline differenti, fermo restando – ha spiegato – che il nuoto azzurro ha rappresentato una straordinario risultato (39 i podi, di cui 11 ori, ndr). Ma ci sono state anche tante altre medaglie da altre discipline”.

Il numero uno del Cip non ha mai avuto dubbi sulla competitività della squadra azzurra: “Era tutto previsto, la mia mitologica scaramanzia mi impedisce di esprimermi prima ma il contrario avrebbe significato aver lavorato male. Noi invece sapevamo di aver lavorato alla grande”, ha proseguito. “Sui risultati ci aspettavamo qualcosina che forse è mancato, ma siamo più che soddisfatti e consapevoli che forse a Tokyo si sta concludendo un ciclo iniziato 12 anni fa su cui abbiamo investito e creduto molto. E lo testimonia una delegazione con più del 50% di esordienti, molti dei quali andati a medaglia, ma la metà erano veterani”. Lo sguardo vola già a Parigi: “Giusto guardare al futuro ma bisogna rimettersi al lavoro immediatamente”, ha sottolineato. “Dopo questi risultati si riparte come abbiamo sempre fatto, non addormentandoci sugli allori ma sapendo che stiamo giocando una partita molto lunga e che il risultato deve ancora arrivare, partendo però da più avanti rispetto al passato”. La speranza è che l’entusiasmo generato dalle imprese degli azzurri “non si spenga con lo spegnimento della fiaccola. Su questa fiaccola bisogna costruire un’Italia migliore: nel nostro Paese ci sono 3 milioni di disabili, togliendo gli anziani abbiamo più di 1 milione di ragazzi da intercettare. Tutto quello che abbiamo fatto a Tokyo – ha dichiarato Pancalli – mi auguro aiuti a tenere alti i riflettori sui percorsi di politica sportiva e sociale necessari per fare in modo che tra tot anni la nostra delegazione non sarà di 113 atleti, ma magari di 300 o 350”.

E a proposito di futuro, la cerimonia di chiusura all’Olympic Stadium ha visto sfilare come nostro portabandiera il più giovane atleta della spedizione azzurra, il 18enne pongista Matteo Parenzan. A Tokyo ha vissuto la prima di tante esperienze indimenticabili. Tornando invece ai bilanci, non può che esprimere soddisfazione anche il presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, Andrew Parsons. “Ovviamente ora, all’ultimo giorno, iniziamo a pensare a cosa sarebbe successo se i Giochi fossero stati cancellati. E mi vengono in mente molti pensieri”, ha dichiarato in conferenza stampa. “Tutte le notti insonni, tutti i momenti difficili, tutte le decisioni difficili che sono state prese. Ma voglio sottolineare che dalla parte giapponese abbiamo sempre avuto supporto”, ha sottolineato. Nonostante anche le Paralimpiadi si siano svolte senza la presenza di spettatori per prevenire la diffusione del virus, Parsons ha affermato che il pubblico giapponese “ha abbracciato i Giochi”. “Vedere che siamo riusciti a portarli a termine e che gli atleti sono felici, mi rende davvero emozionato e felice”, ha aggiunto. “Penso che questi Giochi siano stati semplicemente sensazionali. Pensare che questi atleti si siano preparati nelle circostanze della pandemia, affrontando restrizioni, è incredibile. È la prova che il movimento paralimpico è più forte che mai”.

LaPresse

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