Pechino 2022: Gios replica a Fontana, squadra spaccata, accuse inaccettabili

Altro che clima olimpico. I dissidi tra Arianna Fontana e la Federghiaccio, non certo nuovi ma emersi ancor più nella loro gravità sotto i riflettori dei Giochi, si arricchiscono di un nuovo capitolo che non aiuta ad avvicinare le due parti

Arianna Fontana (AP Photo/Bernat Armangue)

PECHINO (Cina) – Altro che clima olimpico. I dissidi tra Arianna Fontana e la Federghiaccio, non certo nuovi ma emersi ancor più nella loro gravità sotto i riflettori dei Giochi, si arricchiscono di un nuovo capitolo che non aiuta ad avvicinare le due parti. Dopo le accuse della pattinatrice azzurra, che in più occasioni tra una medaglia e l’altra ha ribadito un’insofferenza nei confronti della federazione per la situazione vissuta negli ultimi anni, arrivando a svelare di esser stata attaccata sul ghiaccio da alcuni colleghi maschi della nazionale (uno di loro fa parte della staffetta uomini che ha conquistato il bronzo mercoledì), al termine del programma olimpico di short track è intervenuto direttamente il presidente della Fisg Andrea Gios per fare il punto della situazione. Premettendo da un lato che la valtellinese “è il miglior asset della federazione” ma al tempo stesso che “non mi parla e non mi saluta neanche”, a indicare come i rapporti siano ai minimi storici. L’ultimo incontro datato 12 ottobre 2021, più di quattro mesi fa. Non proprio le basi migliori per immaginare un riavvicinamento con vista sui Giochi di Milano-Cortina 2026.

Il nocciolo della questione ruota attorno al ruolo di Anthony Lobello, tecnico e marito della donna italiana più medagliata alle Olimpiadi. “Non ho nulla contro il fatto che sia l’allenatore di Arianna Fontana, anzi credo sia il miglior allenatore per lei. Non lo abbiamo mai impedito – ha chiarito Gios parlando da Casa Italia a Yanqing – Semplicemente non gradiamo che la figura di Lobello sia quella giusta per allenare tutta la squadra, e noi abbiamo il compito di tutelare anche gli altri atleti. Questo è l’unico punto inderogabile”. Per il resto la federazione ha dato carta bianca all’azzurra e al suo entourage sotto tutti i punti di vista. La Fisg “si è assunta tutte le spese per la preparazione di Fontana in questi tre anni – ha specificato il numero uno della Federghiaccio – visto che lei il primo anno non ha fatto attività. Lobello ci ha presentato oun programma e noi lo abbiamo deliberato senza togliere un euro”.

Al netto delle divergenze tra Fontana e Fisg, a far saltare il banco in queste Olimpiadi sono state le parole al veleno rivolte dalla fuoriclasse di Sondrio all’indirizzo dei pattinatori maschi della nazionale, con l’accusa shock di esser stata aggredita sul ghiaccio. “Siamo abituati alle esternazioni di Arianna dal 2006 – ha spiegato – Ma le accuse generalizzate nei confronti dei compagni di squadra sono inaccettabili. I maschi che lei accusa l’hanno allenata negli ultimi sei mesi”. Gios ha raccontato che “l’episodio a cui lei fa riferimento è avvenuto tre anni fa a Courmayeur – ha rivelato – Ne abbiamo discusso e parlato, sono cose che in allenamento capitano molto spesso. Certe volte si fanno simulazioni di gara, è evidente ci possano essere contatti”. Questo affondo però ha spaccato il team in due tronconi: Arianna da una parte e il resto della nazionale, uomini e donne, dall’altra. Non a caso, nella visita celebrativa a Casa Italia a Pechino di giovedì, la campionessa di Sondrio è arrivata da sola, in serata, mentre i compagni di short track si erano presentati all’ora di pranzo. “La squadra è spaccata, oggi vince chi sa fare squadra – ha evidenziato Gios – io ho bisogno di leader, non solo di medaglie. Arianna è una campionessa straordinaria ma vorrei che fosse anche una leader. Questo è l’aspetto che più mi dà fastidio di questa vicenda, a metà Olimpiadi non si devono fare dichiarazioni di questo genere”.

Una situazione spinosa in cui il presidente del Coni Giovanni Malagò sarà chiamato al ruolo di mediatore. Tra un mese sono previste le elezioni federali (Gios candidato unico va verso la riconferma) e solo dopo il 19 marzo il dossier Fontana, che ha pubblicamente chiesto alla federazione di fare un passo avanti in ottica Olimpiadi 2026, verrà riaperto. “Un incontro ci sarà sicuramente, non ho nessuna preclusione, Arianna è un patrimonio della nostra federazione che non vorrei dilapidare. Non c’è chiusura da parte mia se continuiamo con questo modello”, ha assicurato Gios, garantendo che “se lei ha bisogno di andare all’estero saremo i primi a cercare una squadra che la ospiti, poi c’è sempre la possibilità di allenarsi con noi, ma se il nodo della questione è che suo marito diventi allenatore della nazionale, questo noi non possiamo accettarlo”. Fine delle trasmissioni. Almeno fino alla prossima puntata.

(LaPresse)

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