Pirelli, entro il 2022 ai livelli pre-Covid. Tronchetti Provera: “Fuori dalla crisi più forti”

Il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera punta al 2025 a diventare leader su specialties high value con un'elevata generazione di cassa

Foto LaPresse - Mourad Balti Touati

MILANO – Ritorno ai livelli pre-Covid entro il 2022 e una spinta sempre più netta verso gli pneumatici per l’elettrico. I punti chiave del nuovo piano industriale del gruppo Pirelli seguono la strada presa dall’automotive. Il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera punta al 2025 a diventare leader su specialties high value con un’elevata generazione di cassa. Il piano prevede due fasi: la prima al 2022 con il recupero dei valori pre-Covid e la seconda di stabilizzazione. Entro il 2025 il gruppo punta a ricavi tra i 5,2 e i 6,2 miliardi di euro.

I target

Tra i target più vicini, Pirelli si attende nel biennio 2021-2022 ricavi tra 5,1-5,3 miliardi di euro, con un margine Ebit adjusted tra oltre il 16 e il 17%, un flusso di cassa netto pre-dividendi tra 420 e 460 milioni e una posizione finanziaria netta negativa tra 2,75 e 2,65 miliardi. A fine 2025 il margine ebit adjusted è previsto tra il 19% e il 20% e il flusso di cassa netto pre-dividendi triennio 2023-2025 tra 1,7-1,9 miliardi. In base alle prospettive di generazione di cassa per il periodo 2020-2025, la politica dei dividendi approvata dal cda prevede un pay out di circa il 50% del risultato netto consolidato del 2021 e 2022, e un pay out del 40% dell’utile netto consolidato nel 2023 e 2024.

L’offerta dei prodotti

Quanto ai prodotti, Pirelli rinnoverà oltre il 50% dell’offerta di prodotti entro il 2025, con un’accelerazione rispetto al piano precedente: nel 2020-2022 saranno lanciate 24 linee (20 nel piano precedente), numero che salirà a 44 linee totali nel quinquennio 2021- 2025. Nella fase 2021-2022 sono previsti 10 lanci l’anno e 330 omologazioni, nella fase 2023-2025 previsti 8 lanci l’anno e oltre 300 omologazioni. Il gruppo abbraccia anche gli obiettivi di sostenibilità già sposati dal settore auto: entro il 2025 intende ridurre ulteriormente la propria impronta ambientale, passando al 100% di energia rinnovabile, rispetto al 50% del 2020.

Fiducia nel futuro

Il gruppo guarda con fiducia al futuro: Pirelli ha affrontato “momenti difficili” a causa della pandemia di Covid-19. Ma proprio dalla “crisi” legata alla pandemia “stiamo uscendo molto più forti”, ha detto il ceo presentando il piano agli analisti. L’esercizio 2020 di Pirelli si è chiuso infatti con un utile netto di 42,7 milioni di euro in netto calo rispetto a 457,7 milioni di euro al 31 dicembre 2019.

Le aggregazioni

Per il momento il capitolo aggregazioni non è in programma. Le aggregazioni “si fanno quando hanno senso, quando generano valore. Se ci fossero opportunità lo faremmo. Al momento non vediamo esigenze di aggregazione, siamo concentrati sullo sviluppo delle nostre tecnologie e mercati”, ha ribadito Tronchetti Provera. “Se ci sarà in futuro l’opportunità di aggregarci lo faremo, ma ci deve essere un contenuto logico e noi siamo aperti”, ha precisato.

Quanto al via libera da parte della Cina all’aggregazione tra il gruppo statale Sinochem e Chemchina, primo azionista di Pirelli, il manager ha commentato: “Noi non siamo direttamente coinvolti, abbiamo una gestione autonoma e separata sia per statuto che per patti. Non c’è nessun riflesso su di noi: se per loro è una buona cosa noi siamo contenti che i nostri azionisti riescano a realizzare operazioni che sono stati un obiettivo per molti anni”.

(AWE/LaPresse/di Francesca Conti)

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