Pulizia nelle scuole, 12mila assunzioni e fine delle cooperative

Un emendamento alla manovra finanziaria approvato in commissione dà il via alla stabilizzazione degli ex lavoratori socialmente utili e ferma gli appalti sulla pulizia nelle scuole

ROMA – Il governo ha deciso di internalizzare il servizio di pulizia nelle scuole. E’ stato approvato in commissione Bilancio alla Camera un emendamento alla manovra, a firma di vari deputati del Movimento 5 stelle e di Alessandro Fusacchia (Più Europa). Dal 2020 la pulizia sarà fatta in tutti gli istituti del Paese solo da personale interno. In ragione di questo provvedimento saranno assunti circa 12mila nuovi dipendenti statali, per un costo di circa 280 milioni di euro ogni anno. Di fatto sarebbe un cambiamento a costo zero, visto che i soldi da spendere sono gli stessi usati per pagare le ditte esterne.

Concorsi per gli ex Lsu

L’idea è mettere fine al sistema delle cooperative ed inglobare nella macchina statale i lavoratori del settore. Per realizzare il risultato partiranno dei concorsi rivolti a chi ha lavorato “senza soluzione di continuità” (cioè sempre) nelle scuole dal ’99 ad oggi. La misura si rivolge quindi alla platea dei cosiddetti ‘ex Lsu’. Si tratta di disoccupati e cassaintegrati che a fine anni ‘90  si era cercato di stabilizzare per la pulizia delle scuole. Poi, con la privatizzazione del servizio, sono stati spostati nelle cooperative.

Misura a costo zero

“Per noi questa è la norma perfetta: stabilizziamo persone a costo zero”, dice il deputato M5s e presidente della Commissione Cultura a Montecitorio Luigi Gallo. Il governo vuole finanziare il piano con le risorse che fino ad oggi venivano destinate agli appalti. Per i circa 12mila posti del personale Ata che si vuole stabilizzare il costo dovrebbe aggirarsi sui 280 milioni. I costi resterebbero gli stessi, ma verrà inserita una nuova voce nel bilancio dello Stato. E pare sia proprio questa la ragione che ha spinto a rimandare l’internalizzazione per così tanti anni.

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