Quiz per la patente ‘truccati’, arrestato il titolare di un’autoscuola

L’uomo avrebbe reclutato un complice che si sostituiva al candidato: il risultato era garantito

patente di guida
RIMINI – Negli anni ci hanno provato in tutti i modi. Telefonini, ricetrasmittenti, ‘talpe’. Sembra quasi che i quiz per ottenere la patente di guida siano per tanti uno scoglio insormontabile. Per l’ultima trovata che arriva da Rimini non è stato adottato un metodo ipertecnologico, ma una semplice sostituzione di persona. Per essere chiari. Il 45enne titolare di un’autoscuola e un suo presunto complice residente nella provincia di Foggia, avevano architettato un sistema efficace. Alla modica cifra di 3mila euro il riminese si sarebbe occupato di incaricare una sua persona di fiducia, il pugliese appunto, a sostenere l’esame al posto dell’aspirante guidatore.
Il caso dell’operaio senza patente perché trovato ubriaco alla guida
Un uomo espertissimo della materia tanto che sarebbe riuscito ad inanellare il cento per cento di successi alla prova. Diverse le contestazioni a carico del duo, alcuni anche eclatanti. Come il caso di un operaio della zona (che ha rimediato una denuncia a piede libero) che si era visto revocare il titolo di guida perché sorpreso al volante in stato di ebbrezza. Come impone la legge la patente, in questi casi, dev’essere conseguita nuovamente, ma l’incomodo sarebbe stato troppo fastidioso, così il 40enne avrebbe deciso di investire i tremila euro e fare ricorso ai buoni uffici dell’agenzia di pratiche auto di Rimini. Alla fine il 45enne titolare dell’autoscuola è stato arrestato dalla polizia stradale, mentre lo ‘specialista’ dei quiz è stato solo denunciato.
Lo ‘specialista’ dei quiz ha rimediato una denuncia
Per mercoledì prossimo è stato fissato l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari. Non si tratta del primo caso di ‘quiz’ truccati a Rimini. Alcuni anni fa sei stranieri si presentarono alla Motorizzazione per sostenere le prove scritte per il titolo di guida e alla fine rimediarono una denuncia per falso ideologico e truffa ai danni dello Stato. Il loro raggiro? Si facevano suggerire le risposte esatte attraverso delle cuffiette dotate di una connessione Bluetooth. Il prezzo del ‘metodo’ tecnologico? Sicuramente più economico: ‘soli’ trecento euro.

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