Ragazza violentata abortisce e viene condannata a sei mesi di carcere

Accade in Indonesia, dove le leggi sull'aborto sono molto stringenti e favoriscono, di solito, l'aborto illegale

LP / AFP PHOTO / EITAN ABRAMOVICH

JAKARTA (INDONESIA) (LaPresse/AFP) – Una ragazza di 15 anni è stata condannata a sei mesi di carcere in Indonesia per aver abortito. Ciò, dopo essere stata violentata dal fratello maggiore. “La ragazza è stata accusata in base alla legge sulla protezione dei minori per aver abortito”, ha detto a Afp il portavoce del tribunale distrettuale di Muara Bulian, sull’isola di Sumatra. Il fratello è stato condannato a due anni per violenza sessuale. L’Indonesia permette l’aborto solo se la vita della donna è a rischio o, in determinate circostanze, se viene violentata.

La legge richiede che l’aborto debba essere eseguito da un professionista entro sei settimane dalla gravidanza

La ragazza, che è stata vittima per otto volte delle violenze del fratello a settembre dello scorso anno, ha abortito circa sei mesi dopo essere rimasta incinta. La polizia ha arrestato i due fratelli in giugno. Dopo che un feto è stato scoperto in una piantagione di olio di palma vicino al villaggio di Pulau nella provincia di Jambi. I pubblici ministeri avevano chiesto che la ragazza fosse incarcerata per un anno e suo fratello per sette anni. Le autorità sanitarie internazionali e le associazioni in difesa dei diritti umani hanno a lungo criticato le leggi sull’aborto in Indonesia, spiegando che portano a un aumento delle interruzioni di gravidanza illegali.

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