Reddito di cittadinanza, per Di Maio sforare il 3% si può. Maroni avverte Salvini: la legge di stabilità sarà il banco di prova

Fincantieri per la ricostruzione ponte Morandi

ROMA – Giornate convulse per il governo pentaleghista e duri gli attacchi verso i due ministri del M5S Luigi Di Maio e Danilo Toninelli che hanno l’onere, col governo, di occuparsi della prossima manovra di Bilancio e in contemporanea decidere la strada da percorrere rispetto alla ricostruzione del ponte Morandi di Genova.

Mantenere le promesse è d’obbligo

In campagna elettorale i cavalli di battaglia di Lega e M5S sono stati flat tax e reddito di cittadinanza. Misure che i cittadini aspettano. Ne è consapevole Di Maio che si è detto possibilista rispetto allo sforamento del 3% per far partire il reddito di cittadinanza. “Stiamo lavorando alla legge di Bilancio – spiega il pentastellato – se per raggiungere i nostri obiettivi servirà, accederemo agli investimenti in deficit. Voglio realizzare subito le tre misure principali del contratto di governo: superamento della legge Fornero, reddito di cittadinanza e flat tax”.

Scetticismo maroniano

L’ex governatore lombardo, il leghista Roberto Maroni non riesce ad essere ottimista rispetto al governo pentaleghista rispetto a concessioni, sviluppo economico e infrastrutture. “Spero – dice – ci siano delle posizioni importanti in futuro. La legge di stabilità sarà il banco di prova del governo”. L’appello a Salvini è quello di “pensare agli imprenditori del Nord. Le imprese aspettano dei segnali precisi, ad esempio sulla flat tax, che è nel nostro programma”.

Ponte Morandi

Il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli ha annunciato l’intenzione di affidare la ricostruzione del ponte Morandi a Fincantieri e Cdp. “Che Autostrade debba ricostruire il ponte è scontato – ha sostenuto – ma solo nei termini risarcitori. Autostrade aveva l’obbligo di manutenere le infrastrutture. Sugli immani danni morali e civili è normale che debba mettere i soldi e risarcire, ma è altrettanto normale che non possa ricostruire, deve esserci il progetto e il controllo dello Stato. Fincantieri con Cdp alle spalle è una strada, ma è una decisione che prende il Governo”.

Ed è subito polemica

Per Maurizio Martina su Genova è stato fatto solo sciacallaggio. “Il governo non si è dimostrato all’altezza della responsabilità che hanno – ha attaccato il segretario dem – Toninelli non è entrato in nessun dettaglio non ha dato nessuna tempistica sulle procedure”. Ad attaccare il ministro anche Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia. “Dietro la proposta del M5S c’è malafede – la stoccata – Insistono su nazionalizzare Autostrade, dichiarando che saranno Fincantieri e Cdp a ricostruire il ponte che dovrà avere il timbro dello Stato. La legge attuale prevede che sia Autostrade a ricostruire, quindi? Se non gli sta bene cambino la legge e ne facciano un’altra”. Il governo alla prova dei fatti.

 

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