Renzi chiude la Leopolda: “Ho cambiato idea per salvare l’Italia da Salvini”. L’ex premier apre agli scontenti di Fi: “Le porte di Italia Viva sono aperte”

Il fiorentino punta a tenere in vita il governo giallo-rosso fino al 2022, quando il parlamento dovrà eleggere il presidente della Repubblica

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 19-10-2019 Firenze Politica Leopolda 10 - secondo giorno Nella foto Matteo Renzi Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 19-10-2019 Florence (Italy) Politic Leopolda 10 - Second day In the pic Matteo Renzi

“Ho cambiato idea per salvare l’Italia da Salvini e dal salvinismo”: ha usato il palco della Leopolda per giustificare lo stravolgimento del suo ‘pensiero’ sui Cinque Stelle. Sul sì al governo con chi considerava ‘nemici giurati’.

“Lo rivendico -ha continuato il senatore toscano -, di fronte al diktat di Salvini dal Papeete potevamo assecondare il suo disegno perverso per mettere le mani sul Quirinale. Ma il Paese – ha dichiarato l’ex premier – sarebbe finito nelle mani dei sovranisti”.

Nel suo intervento di chiusura della Leopolda, Matteo Renzi ha teso una mano agli scontenti del centrodestra: ieri, ha ricordato il fiorentino, in piazza, nel corso della protesta contro l’esecutivo, c’è stato un passaggio di testimone. “Salvini ha preso le redini in mano, capisco il disagio di dirigenti i militanti di Forza Italia. A chi crede che c’è spazio per un’area liberale e democratica dico venga a darci una mano. Italia Viva è aperta”.

Ha rimarcato la differenza della sua creatura politica anche dal Pd: “Non faremo nostra l’alleanza con il Movimento 5 Stelle. Quella non è casa nostra”. L’obiettivo però è resistere nel governo, andare avanti fino all’elezione del presidente della Repubblica. “Il ruolo del Quirinale è un ruolo chiave. Se rimane questa legislatura in vita il presidente che ci accompagnerà fino al 2029 sarà espressione di forze politiche che credono nell’Europa, non mettono in discussione l’euro, non affollano le piazze circondati da Casapound, che mette in discussione valori costituzionali e la memoria condivisa”.

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