Roberto Gualtieri: “Nazionalizzare l’Ilva è una pericolosa illusione”. Il governo si spacca sull’ex Ilva. Sindacati favorevoli all’intervento della Cdp

La numero uno di Cisl: "Il governo deve riparare all'errore gravissimo di togliere lo scudo penale"

Foto Valerio Portelli / LaPresse in foto Roberto Gualtieri

ROMA – “Nazionalizzare l’Ilva è una pericolosa illusione”. E’ quanto dichiarato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Una tesi che va in contrasto con quella sostenuta dai Cinque Stelle.

La questione

Che all’interno dell’esecutivo tutti i giorni si litighi e si mostrino i muscoli su questa o su quella proposta, è il segreto di Pulcinella. E tra questi anche il caso Ilva. E’ di oggi l’intervento di Roberto Gualtieri che si esprime in maniera tutt’altro che favorevole ad una potenziale nazionalizzazione della fabbrica di acciaio di Taranto. Il ministro ritiene che “addossare allo Stato tutti i costi di un risanamento industriale è una pericolosa illusione”. E che nelle more anche un intervento della Cassa depositi e Prestiti quale salva-Ilva no è da escludere”, ma bisogna comunque evitare “una discussione in bianco e nero”.

La divergenza

Di parere opposto l’altra parte del governo, quello di sponda grillina che si esprime per bocca della senatrice Barbara Lezzi: “Ci vuole una partecipazione pubblica per fare gli investimenti e mettere in sicurezza”. La grillina poi ha precisato: “Non è una statalizzazione, deve essere un intervento pubblico non strutturale che porti a un imprenditore privato che deve fare profitto, ma a norma di legge”.

A Lezzi fa eco un’altro esponente pentastellato, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, che ha pubblicamente chiesto ad ArcelorMittal di rimanere “ispettando gli accordi”. Inoltre ha sottolineato che la società “ha posto sul tavolo un dimezzamento dei livelli occupazionali con circa 5 mila esuberi”. “È chiaro – ha continuato – che è un’azione che il governo non approva, noi avremo altri incontri con l’azienda, e il prossimo sarà domani, ma è chiaro che vogliamo il rispetto dell’accordo visto che ArcelorMittal ha partecipato a una gara pubblica con determinati requisiti. Se adesso in pochissimo tempo non vuole più mantenere i requisiti, anche quindi i livelli occupazionali, vuol dire che c’è un problema serio che va affrontato”.

I sindacati

I rappresentanti sindacali, strizzano l’occhio ad un eventuale intervento della Cassa depositi e Prestiti. Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, dice che “il governo deve innanzi tutto fare una cosa: riparare all’errore gravissimo di togliere lo scudo penale. Abbiamo bisogno di regole chiare, certezze e rispetto delle questioni industriali. Non si possono continuamente a cambiare le regole in corso d’opera”. E Maurizio Landini, segretario della Cgil, aggiunge: “Oggi c’è un accordo che va fatto rispettare. Troveremmo utile che dentro a questa società ci fosse anche una presenza pubblica. Il governo decida con quale strumento esserci: se Cdp o un altro fondo, così come succede nel resto d’Europa e del mondo”.

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