Cala il sipario su Atreju. Meloni: “C’è spazio per una politica che non usa scorciatoie. Per noi la ‘parola’ è sacra. Mai con grillini”

La leader Giorgia Meloni chiude la 22esima edizione della tre giorni romana dedicata ai giovani di Fratelli d’Italia

ROMA – Cala il sipario su Atreju, tra tripudio, cori da stadio e sventolio dei tricolore al discorso di Giorgia Meloni.

Sullo stesso palco dove, da venerdì ad oggi, si sono alternati Matteo Salvini, Victor Orban e Giuseppe Conte, presidente del governo, chiudere la tre giorni è toccato alla leader di Fdi.

Il discorso

“Ventidue anni di Atreju – ha esordito Giorgia Meloni -. Molti dei nostri consiglieri comunali non erano nati quando ci fu la prima edizione. La destra era molto diversa, ma questa manifestazione è stata l’unico punto fermo, al di là dei momenti che la destra ha vissuto”.

“Dai giorni della nostra nascita – ha continuato – ci siamo sorbiti questi soloni che ci spiegavano che non ci sarebbe stato nessuno spazio politico di Fratelli d’Italia. Invece dopo i nostri risultati che abbiamo ottenuto mandiamo una bella cartolina a questi esperti. Il nostro successo elettorale non è una questione numerica, ma è una questione di visione”.

Almirante docet


“Abbiamo dimostrato – ha tirato dritto la Meloni – che c’è spazio per una politica che non prende le scorciatoie e non fa le sparate. Per noi la parola data è sacra. Ce lo ha insegnato Giorgio Almirante, a guardare la gente negli occhi. L’anno che abbiamo passato ci ha regalato grandi soddisfazioni: l’elezione del primo presidente di regioni, i sindaci dei comuni capoluogo, la nostra pattuglia al parlamento europeo. Dove sediamo nella famiglia dei conservatori, per dire no all’Europa dei burocrati e degli usurai. Per questo noi siamo dei pericolosi sovversivi”.

No alla legge Meloni?

“Qualche giorno fa è morto un bambino dimenticato in auto dal papà. Noi avevamo presentato una legge, approvata, ma quel genio del ministro Toninelli non ha mai approvato il decreto attuativo. Questo – ha spiegato la parlamentare – perché la politica aveva altri pensieri, pensava a cose più redditizie sul piano del consenso elettorale – ha sottolineato – Ho letto che la Commissione ha dei dubbi sulla legge Meloni, perché in Italia sono morti ‘solo’ 9 bambini. Loro, che vogliono legiferare sull’ora legale. Io voglio un’Europa che metta la persona e la vita al centro”.

Le critiche della sinistra a Orban

“Abbiamo invitato Viktor Orban – ha aggiunto – e la sinistra si è indignata tantissimo. Perché ha detto che in Italia il governo è separato dal popolo. Dicono, a sinistra, che è una cosa vergognosa. E allora avrebbero dovuto non farlo. Questo è un governo nato a Strasburgo, e si era capito, quando Ursula von der Lyen è stata eletta con i voti dei grillini, con l’Intercessione di Giuseppe Conte”.

Conte maggiordomo dell’Europa

Stoccate dalla Meloni anche all’ex vicepremier grillino, ora alla Farnesina: “Di Maio ha accusato Orban di ingerenza. Lui, che è stato messo lì a fare il ministro degli Esteri da Francia e Germania. Conte ha in Europa lo stesso ruolo di Monti, Renzi, Gentiloni. Ossia il maggiordomo in guanti bianchi. Il governo rossogiallo è nato così: hanno pensato, se si vota, vince la destra. E allora non si vota. Noi abbiamo convocato una piazza di lunedì mattina, quando il governo chiedeva la fiducia, e abbiamo trovato 30 mila persone. Avevano gridato alla piazza eversiva, e invece c’erano persone di tutte le età, studenti, pensionati, lavoratori, che avevano abbandonato le loro priorità del lunedì per venire a difendere la democrazia. È la cosa di cui vado più fiera. Oggi in Italia c’è solo un partito che non è mai andato al governo con operazioni di palazzo. È quel partito è Fratelli d’Italia”.

Mai col Pd e 5S

“Noi diciamo: mai col Pd, e ci mancherebbe. Ma anche mai con i 5 Stelle. Matteo Renzi è un campione mondiale di faccia di bronzo. Vuole un partito con tutta la gente politicamente estinta e lo chiama ‘Italia Viva’. E hanno anche il coraggio di citare la Costituzione, lo fanno continuamente. Però non si può dire che all’articolo 1 c’è scritto che la sovranità appartiene al popolo”.

Le regionali contro l’inciucio di governo

Tra qualche settimana ci saranno delle elezioni regionali importanti: il primo appuntamento è in Umbria. “Spero – ha chiarito la leader di Fdi – che dai cittadini arrivi alla maggioranza di governo un vero ceffone. Fratelli d’Italia è pronta a vincere, a schierare candidati di qualità. Vogliamo fare un’alleanza, ma le alleanze si fanno con i fatti. Sono contenta che Salvini con la Lega sia tornato nel centrodestra. Spero che Forza Italia chiarisca quanto prima il suo posizionamento. Ma noi vogliamo un’alleanza diversa, un patto anti inciucio”.

Legge elettorale

La Meloni guarda al futuro. Punta ad un nuovo sistema elettorale che non si limiti a modificare la scelta dei parlamentari, ma anche del capo dello Stato: “Sulla legge elettorale, la proposta che faccio io agli alleati è di lavorare per un sistema che preveda premio di maggioranza e preferenze. E poi bisogna lavorare per una riforma presidenziale, con il Presidente della Repubblica eletto direttamente dal popolo. Poi – ha continuato tra gli applausi – dobbiamo lavorare per l’abolizione di quell’istituto ottocentesco che sono i Senatori a vita”.

Svolta immigrazione?

“Sull’immigrazione ci raccontano che c’è stata una grande svolta. Macron dice ‘siamo disposti a prenderci i rifugiati, ma non i migranti economici’. Quando è chiaro che le ong portano in Italia in gran parte migranti economici. Allora la soluzione deve essere bloccare le partenze, in un progetto europeo”.

Nel governo non si parla di ‘impresa’

L’idea di una tassa che vada a ‘punire’ i guadagni accumulati preoccupa l’ex presidente della Camera: “Sull’economia tira aria di patrimoniale. Non ve lo diranno, ma è così. Perché dobbiamo avere dei limiti sull’utilizzo del contante, quando in Europa non esiste? Parliamo di evasione fiscale? Bene, parliamo dei paradisi fiscali, dei colossi del web che pagano due lire, degli extracomunitari che aprono e chiudono negozi. In questi mesi abbiamo fatto moltissime battaglie, e continueremo perché nel programma di governo la parola impresa non compare mai. Noi vogliamo fare del sano protezionismo economico. Nessuna nazione degna di questo nome consente la svendita delle infrastrutture strategiche. Noi per l’economia vogliamo uno shock trumpiano. Noi – conclude – non permetteremo ai teorici della decrescita di trascinarci di nuova nella miseria”.

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