Roma, chiuso e poi riaperto il ristorante dallo scontrino ‘monstre’ di 430 euro

Nella notte di venerdì i controlli sono stati a tappeto in tutto il centro storico della Capitale

(Photo by Andreas SOLARO / AFP)

ROMA – E’ stato chiuso, ma poi riaperto nella giornata di oggi, il ristorante ‘Antico Caffè di Marte’ di Roma salito alla ribalta delle cronache per uno scontrino ‘monstre’ da 430 euro a due turiste giapponesi che aveva fatto il giro dei social network. Per quanto riguarda la vicenda del conto però l’unica anomalia registrata, e sanzionata dagli agenti della polizia locale, è stata quella dell’applicazione di una quota del 10%. Non prevista per legge.

Lo scontrino ‘monstre’ da 430 euro

Lo scontrino incriminato è stato esaminato nel dettaglio e ha evidenziato che le due turiste hanno consumato più portate, non solo due piatti di spaghetti più bevande. E che vi era una corrispondenza di prezzi tra quanto fatto pagare alle due turiste e quanto scritto sul menù, compresi quelli a peso del pesce. Tra i controlli amministrativi effettuati, anche quelli sui cibi freschi, passati senza problemi. Una seconda contestazione, con relativa sanzione, è arrivata invece per irregolarità sulla tasse di pagamento di occupazione del suolo pubblico. Il ristorante era già stato chiuso 15 giorni fa per 5 giorni sempre per occupazione di suolo pubblico, per poi riaprire.

Controlli a tappeto nel centro storico di Roma

Ma nella notte di venerdì i controlli sono stati a tappeto in tutto il centro storico della Capitale. Complessivamente sono state comminate sanzioni amministrative per occupazione abusiva del suolo pubblico per oltre 2mila e 200 euro. Oltre al recupero della tassa di occupazione del suolo pubblico, per complessivi 487mila euro contestati ai responsabili di quattro locali di via della Vite. E sette locali di via e piazza delle Coppelle.

Due ristoranti di via della Vite e uno di piazza delle Coppelle, già recidivi per l’occupazione del suolo pubblico, rischiano la chiusura del locale. Un bar di piazza di Spagna, infine, è stato sanzionato per 1.500 euro per aver detenuto cornetti e ciambelle privi di etichettatura sulla tracciabilità. Nella circostanza 30kg dei citati alimenti sono stati sequestrati.

(LaPresse/di Andrea Capello)

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