Romania, si chiude oggi il referendum contro matrimoni gay

Urne aperte, ancora oggi, in Romania per il referendum contro i matrimoni omosessuali. I 19 milioni di elettori sono chiamati ad esprimersi, entro oggi, per approvare un cambio della definizione di matrimonio

Photo by FREDERICK FLORIN / AFP

ROMA (LaPresse/AFP) – Romania, si chiude oggi il referendum contro matrimoni gay. Urne aperte, ancora oggi, in Romania per il referendum contro i matrimoni omosessuali. I 19 milioni di elettori sono chiamati ad esprimersi, entro oggi, per approvare un cambio della definizione di matrimonio in modo che solo ‘un uomo e una donna’ possano unirsi e non più i ‘coniugi’. Come attualmente prevede la legge.

A oggi le coppie omosessuali non sono, in ogni caso, autorizzate a sposarsi in Romania. Ma il timore di chi si oppone al referendum è che una vittoria del ‘sì’ renda difficile o quasi impossibile per i gay e le lesbiche sposarsi in futuro.

La comunità lgbt del paese, che già lamenta il fatto che gli omosessuali siano oggetto di una diffusa discriminazione, crede che il referendum, che ha l’esplicito sostegno della Chiesa ortodossa, alimenterà ulteriormente l’omofobia.

In Romania, che ha aderito all’Unione europea nel 2007 ed è il secondo membro più povero del blocco dopo la Bulgaria, l’omosessualità non è reato solo dal 2001.

Romania, si chiude oggi il referendum contro matrimoni gay

Una vittoria del ‘sì’ è ampiamente prevista considerato che gli ultimi sondaggi danno il 90% delle persone a favore del quesito referendario. Una sconfitta rappresenterebbe un duro colpo ai socialdemocratici che hanno condotto una campagna, anche se ufficiosamente, insieme ai sacerdoti ortodossi per il ‘sì’.

La decisione del governo di portare avanti il referendum ha creato preoccupazioni a Bruxelles. Con il vice capo della Commissione europea, Frans Timmermans, che ha ricordato a Bucarest i suoi impegni in materia di diritti umani.

“Non voglio che i valori della famiglia siano trasformati in argomenti che incoraggiano i demoni più oscuri. E l’odio contro le minoranze sessuali”. Ha detto nel corso di una discussione su una serie di riforme che sembrano minare l’indipendenza del sistema giudiziario rumeno.

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