Salute, domani la Giornata mondiale delle malattie reumatiche

Nell’Ue oltre 120 mln di persone ne soffrono. L’allarme lanciato in occasione del "World Arthritis Day", la Giornata mondiale delle malattie reumatiche.

Sala operatoria
© LAPRESSE-Z6910/_Waltraud Grubitzsch

ROMA – Oltre 120 milioni di persone nell’Unione Europea sono affette da malattie reumatiche e muscoloscheletriche.

Il monito

Questo il messaggio lanciato in occasione del “World Arthritis Day”, la giornata mondiale delle malattie reumatiche. Si celebrerà domani, 12 ottobre. Per l’occasione la European League Against Rheumatism (Eular), l’organizzazione internazionale che rappresenta le persone con artrite e malattie reumatiche, rilancia la sua campagna “Don’t delay, connect today”. Tutti (medici, decisori politici e semplici cittadini) sono invitati a connettersi, entrare in contatto, per una diagnosi precoce. Un accesso nel minor tempo possibile ai trattamenti che mostrano di funzionare.

La prevenzione

Una diagnosi precoce può prevenire ulteriori danni. L’accesso tempestivo alla giusta terapia può migliorare significativamente la qualità della vita di chi viene colpito da queste patologie. L’obiettivo generale è quello di evidenziare che le malattie reumatiche sono sempre un problema di salute pubblica. Solo agendo tempestivamente si possono prevenire ulteriori danni e oneri per l’individuo e la società.

La Giornata mondiale

“È una giornata che serve ad accendere una luce più ampia su queste patologie – spiega Antonella Celano, presidente di Apmar, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare -. Ma noi vorremmo essere ricordati tutto l’anno”.

Migliorare i Lea

Celano chiede che “la cronicità sia meglio attenzionata” e spiega che ciò che l’associazione dei pazienti chiede è “un riadeguamento dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, perché per alcune patologie l’esenzione è diventata da totale a monca e le Regioni non sono tutte a regime, liste d’attesa meno lunghe per le prime visite o ambulatori dedicati e maggior interazione tra medico di medicina generale e specialista. Poi un occhio al piano della cronicità, che sia applicato il più possibile in tutte Regioni così come è stato partorito.

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