Salvare i boschi, difendere il clima

Foto Desiree Martin / AFP

NAPOLI – Porre un freno alla deforestazione, recuperare i terreni degradati e utilizzare le foreste e i boschi in maniera responsabile e sostenibile: tre i modi per liberare il potenziale delle aree verdi del pianeta e combattere contro la crisi climatica che possono e devono farsi strada nelle politiche ambientali, soprattutto in un territorio devastato come quello della Terra dei Fuochi in Campania.
Un elemento che emerge forte nel rapporto della Fao del 2022 nello stato delle foreste del mondo. Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura l’arresto della deforestazione e il mantenimento delle foreste, da soli, potrebbero evitare di emettere 3,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica. L’equivalente all’anno tra il 2020 e il 2050 a circa il 14% di quanto è necessario fino al 2030 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di un grado e mezzo.

Tre passi fondamentali per salvare i boschi italiani

Sono tre i percorsi che la Fao indica per la salvaguardia dei boschi. Il tutelare le aree verdi italiane c’è bisogno di tre interventi fondamentali. Oltre alla deforestazione, il secondo passo indicato è il ripristino dei terreni degradati e l’aumento della copertura arborea. Il terzo ed ultimo percorso è l’utilizzo sostenibile delle foreste e la costruzione di catene ecologiche. Lo scopo quello di soddisfare la futura domanda di materiali, con un consumo globale di tutte le risorse naturali che dovrebbe raddoppiare. In questo modo si potrebbero sostenere economie con un impatto minore sull’ambiente, maggior opportunità di lavoro e mezzi di sussistenza più sicuri.

Incendi, siccità e inquinamento Le oasi della regione a rischio

Numerosi i fenomeni che danneggiano l’ambiente della Campania, vero e proprio teatro di un quotidiano scempio ambientale. Centinaia i crimini che danneggiano gli ecosistemi. Primo tra tutti i roghi dolosi. Appena due anni prima il bosco di San Silvestro della Reggia di Caserta, oasi naturale tutelata dal Wwf, rischiò di finire in cenere nel famigerato incendio delle colline tifatine. Una criticità che raggiunge il suo culmine in Terra dei fuochi. Fin troppo di frequente, dai boschi del Vesuvio a quelli di Terra di Lavoro, gli incendi dolosi mettono a repentaglio la sicurezza dei paradisi naturali della Campania. C’è poi la desertificazione delle aree verdi. Il Lago di Conza, stazione di riposo e ristoro per gli uccelli che migrano tra il Tirreno e l’Adriatico, è in pericolo a causa dell’inaridimento. Interi habitat che dipendono dalla quantità di precipitazioni annue si ritrovano sull’orlo di un vero e proprio collasso ecologico. Problematica la situazione nell’oasi di Persano, unico luogo in Italia dove si trova la lontra. Rischia di sparire l’animale più raro del paese in un’area dove, proprio in questi giorni, tonnellate di rifiuti provenienti dalla Tunisia stanno venendo scaricato a poca distanza dall’oasi naturale salernitana.

Foreste in fiamme nel 2021: inferno di fuoco in Campania

Non è stato un buon anno per i boschi della Campania: nel 2021 migliaia di ettari sono andati in fiamme, la maggior parte a causa di incendi dolosi. Agosto di fuoco in provincia di Caserta dove i vigili del fuoco hanno dovuto combattere per giorni. Decine i Comuni colpiti dall’incendio, che ha devastato le colline di Terra di Lavoro. In un solo mese, dal 15 giugno al 5 agosto, sono stati registrati 735 incendi boschivi, praticamente 30 al giorno. Un bilancio drammatico quello rilasciato dalla protezione civile campana. Quasi 2mila ettari di boschi finiti in cenere in un solo mese, con una media di roghi più che raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Più di 70 gli incendi registrati dall’inizio dell’anno in Campania. Siccità e disboscamento rendono i terreni pericolosamente suscettibili ai roghi. L’unica vera soluzione è un sostanziale piano di rimboschimento, recupero delle aree degradate e gestione sostenibile del territorio.

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