Salvare il pianeta sorseggiando il tè

La scelta ecologica: foglie intere sminuzzate e infusori lavabili in metallo. Le bustine monodose producono troppa spazzatura e alcune di esse rilasciano microplastiche nell’acqua calda

La colonnina di mercurio si abbassa, le giornate si accorciano e siamo portati a trascorrere più tempo in casa. Cosa c’è di meglio di sorseggiare una tisana calda per riscaldare le serate? Proprio in questi giorni sono tornati nelle tazze tè, infusi, decotti bollenti. Spesso li compriamo al supermercato senza pensare troppo ai danni che provochiamo all’ambiente. In commercio solitamente si vendono in bustine monodose, che vengono usate qualche minuto e poi finiscono nella spazzatura. Anche se le aziende si stanno lentamente adeguando all’etica green, non tutte sono compostabili, così entrano nel ciclo dei rifiuti per finire in discarica per anni. Cosa possiamo fare per migliorare l’impatto ambientare e ridurre inutili sprechi?

Un mare di plastica

Uno studio, pubblicato sulla rivista ‘Environmental Science and Technology’, della McGill University di Montreal ha analizzato l’impatto delle bustine di plastica sul pianeta. Le bustine di tè in nylon e polietilene tereftalato o Pet (quelle a piramide) oltre a non essere compostabili come le classiche bustine in carta, a contatto con l’acqua bollente rilascerebbero miliardi di micro e nano-particelle. Sotto esame sono finiti quattro tipi di bustine presenti sul mercato. I ricercatori hanno tolto il tè e le hanno pulite immergendole in acqua a 95 gradi centigradi e hanno verificato i residui, scoprendo che nel volume equivalente a una tazza erano dispersi in media 11,6 miliardi di microparticelle con un diametro superiore ai 100 nanometri, e 3,1 miliardi di nanoparticelle, cioè con un diametro inferiore ai 100 nanometri. Non è chiaro quali danni possano avere queste microplastiche sulla salute umana. Ma i ricercatori hanno verificato le conseguenze sulla pulce d’acqua, un piccolissimo crostaceo marino planctonico, e hanno visto che ci sono conseguenze misurabili sia a livello comportamentale sia dal punto di vista dello sviluppo. Le microplastiche sono in grado di penetrare nel flusso sanguigno e nel sistema linfatico e potrebbero influenzare la risposta immunitaria, la sintesi di ormoni e la riproduzione, agire da procancerogeni, danneggiare il fegato o causare ritardi dello sviluppo Danni che potrebbero quindi colpire anche l’uomo.

Gli infusori

Per evitare che le microplastiche vengano ingerite e che le bustine finiscano nella spazzatura sarebbe meglio orientarsi su una scelta ecologica e acquistare infusi confezionati in filtri di carta o, ancora meglio sfusi. Basta usare un colino o appositi contenitori forati, per la preparazione della bevanda. Un altro metodo green è quello di usare le foglie sfuse all’interno di tessuti leggeri utilizzati come filtri. In commercio oltre ai classici infusori in metallo, simili ad un colino chiuso, ci sono molte alternative in silicone, simpatiche e colorate. Sono anche un’idea carina per fare un regalo divertente agli appassionati delle tisane, soprattutto nelle stagioni fredde.

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