Napoli, Andrea scomparso a Pianura: ipotesi vendetta

In passato il fratello era ritenuto vicino ai Carillo, ora in guerra con gli Esposito-Marsicano

NAPOLI – Gli investigatori sospettano una ritorsione, anche perché Andrea Covelli non ha litigato con nessuno. Insomma non c’è un pregresso. In pratica ecco la riflessione degli agenti: il fratello Antonio Covelli fino a 9 mesi fa era considerato vicino agli ambienti del gruppo di Antonio Carillo. Poi si è allontanato da Pianura e si è trasferito a Fuorigrotta. Ha tagliato i ponti, insomma. Almeno questo sanno le forze dell’ordine. Mentre il 27enne scomparso lavora per un parcheggio. Insomma sono lontani da qualunque contesto riconducibile alla faida.

Cosa è successo? Oggi la vecchia frequentazione del fratello Antonio è l’unica traccia che ha la polizia per spiegare una scomparsa ‘forzata’ del 27enne. Del resto le immagini registrate dalle telecamere in via Epomeo a Soccavo sono chiare: due in moto gli ‘sequestrano’ le chiavi dello scooter e il cellulare, per costringerlo a seguirli in direzione Pianura. Sono le due di notte e in strada non c’è nessuno. Solo gli ‘occhi elettronici’ della videosorveglianza.

Gli scenari: per gli investigatori – se è andata così – è una ‘operazione criminale mostruosa’. Non giustificabile con una lontana frequentazione del fratello con il gruppo rivale. Non regge.
La pista è questa: i due aggressori hanno incrociato per puro caso in via Epomeo Andrea Covelli, che in quel momento era solo. Quindi indifeso. E avrebbero deciso di punire in qualche modo un ragazzo, fratello di una persona che un tempo era vicina alla paranza rivale. Ma resta una forzatura (dopo quasi un anno) anche negli ambienti criminali.

E i due hanno quasi sicuramente messo in subbuglio l’intero clan, che si ritrova i riflettori di Procura e forze dell’ordine puntati addosso: in queste ore sono in corso rastrellamenti, con decine di perquisizioni domiciliari nelle palazzine. Non è escluso che possa scattare una rappresaglia per i due aggressori, che potrebbero aver agito d’impulso sotto l’effetto di stupefacenti e senza autorizzazione dei capi. Non sarebbe la prima volta. Intanto lo sfogo della mamma: “Mio figlio lavora. Era uscito per compare dei cornetti per un’amica. Era fermo in scooter e aspettava la ragazza. Non è più tornato: stiamo vivendo un incubo, lo rivoglio a casa”. A parlare è Rosaria Vicino.

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