Scuola, Onu: 263 milioni di bambini esclusi dall’istruzione

Con un impatto devastante sulla qualità degli insegnamenti e sul carico di lavoro dei docenti

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace

MILANO (LaPresse) – Nel mondo 263 milioni di bambini e giovani non vanno a scuola. Mentre 617 milioni di bambini e adolescenti, pari a circa il 60% a livello globale, non hanno appreso capacità di lettura e matematica di base.

La denuncia dell’Onu

L’istruzione è un diritto umano fondamentale e un bene pubblico. Trasforma le vite guidando lo sviluppo sociale ed economico. Promuove la pace, la tolleranza e l’inclusione sociale. È fondamentale per eliminare la povertà. E permette ai bambini e ai giovani di raggiungere il loro pieno potenziale”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco; Guy Ryder, direttore generale dell’Ilo; Henrietta H. Fore, direttrice generale dell’Unicef; Achim Steiner, amministratore dell’Undp; David Edwards, segretario generale di Education International.

Istruzione, un bene primario

In molti luoghi, tuttavia, i bambini vengono privati del loro diritto all’istruzione a causa di una carenza a livello globale di insegnanti qualificati e con esperienza. In particolare le insegnanti donne in Paesi a basso reddito, denunciano le organizzazioni. I bambini più poveri e marginalizzati, fra cui coloro che vivono in zone colpite dal conflitto, sono maggiormente a rischio sia di rimanere fuori dalla scuola, sia di frequentarla. Ma imparare molto poco.

L’obiettivo da raggiungere

“L’Agenda 2030, su cui la comunità internazionale si è impegnata, chiede istruzione universale per la prima infanzia, primaria e secondaria per tutti. Per ottenere questo risultato, dobbiamo aumentare l’accesso ad un’istruzione di qualità per tutti i bambini e i giovani. Porre fine alle discriminazioni nel sistema scolastico a tutti i livelli e aumentare fortemente la qualità dell’istruzione e i risultati dell’apprendimento. Questi obiettivi richiederanno una maggiore offerta a livello globale di insegnanti qualificati – circa 69 milioni in più”, afferma la dichiarazione congiunta.

Assenza di formazione per gli insegnanti

Per rispondere quindi alla domanda di nuovi insegnanti, le autorità per l’istruzione spesso impiegano persone con poca o senza alcuna formazione. O abbassando i requisiti professionali, fanno sapere. Ad alcuni insegnanti viene infatti chiesto di insegnare materie per le quali non hanno una formazione didattica. Nei Paesi a basso reddito, rispondere alla mancanza di insegnanti ha significato aumentare drasticamente la grandezza delle classi. Con un impatto devastante sulla qualità dell’istruzione e sul carico di lavoro degli insegnanti.

Il conto lo pagano i bambini

Come risultato, i bambini maggiormente marginalizzati ed esclusi tendono ad essere formati dagli insegnanti con meno esperienza, che potrebbero avere un contratto temporaneo e non ricevere nessuna formazione prima di prendere servizio o durante il lavoro. Gli insegnanti disponibili a lavorare in contesti di emergenza o di crisi potrebbero infatti non essere formati per rispondere ai bisogni complessi dei bambini vulnerabili. In particolare le bambine, che sono state infatti costrette a lasciare le loro case a causa di conflitti armati, violenze o disastri naturali.

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